Basta, per favore. Decalogo post attentato
Dopo Nizza, stop alla solita solfa senza senso. L’appello di Bawer.
"Basta bandiere di paesi stranieri postate su Facebook in segno di solidarietà. Basta hashtag enfatici su Twitter. Basta dichiarazioni vuote di capi di governo secondo cui ‘i terroristi hanno fallito nel loro tentativo di metterci l’uno contro l’altro’. Basta anche vuote dichiarazioni di altri capi di governo che esprimono il sostegno del loro paese ‘per il nostro alleato in questo momento di dolore’”. Inizia così l’intervento di Bruce Bawer pubblicato sulla rivista newyorchese City Journal, intitolato “No More”. Lo scrittore gay americano, trasferitosi anni fa ad Amsterdam per sposarsi, si è scoperto nemico della superficialità secolarista e islamicamente corretta da intellettuale progressista, e così continua: “Basta tentativi di analizzare psicologicamente ogni nuovo jihadista, per dimostrare la sua infanzia travagliata o la sua vita professionale difficile, nel tentativo di capire ‘cosa lo ha portato alla violenza e all’estremismo’. Basta rassicurazioni pensose sul fatto che ‘questo non ha nulla a che fare con l’islam’, che un gruppetto di signori malvagi ha ‘sequestrato’ una ‘religione pacifica’, e che ‘la grande maggioranza degli 1,5 miliardi di fedeli islamici nel mondo sono ovviamente persone che amano la pace e che rigettano tale tipo di azioni. Basta discorsi che vanno per la tangente, sia esso il gun control, l’omofobia americana o qualsiasi altro diversivo che sembri utile nelle specifiche circostanze. Basta addossare le colpe al presunto fallimento europeo nell’accettare o nell’integrare o nel dare lavoro ai musulmani, o alla presunta povertà degli stessi musulmani o alla loro alienazione”.
Il j’accuse di Bawer si conclude così: “Il momento dello choc è finito. Il momento per accumulare fiori, peluche e candele nei luoghi delle atrocità terroristiche è finito. Le bugie, l’ignoranza e la codardia devono avere un termine, e i fatti nudi e crudi devono essere affrontati. L’occidente libero e civilizzato, ormai da anni, è l’obiettivo di una guerra di conquista, una guerra dispiegata con varie modalità (il terrorismo è soltanto una tra le tante) dagli aderenti a una religione che predica la sottomissione, l’intolleranza, la brutalità. E i nostri leader e i nostri media, con rare eccezioni, continuano a partecipare a un gioco la cui fatuità, irresponsabilità e pusillanimità diventano sempre più evidenti. Dopo Nizza, basta”.