Chi ha paura della Brexit?
Il progetto della paura sulla Brexit è finito, dicono gongolanti i sostenitori dell’uscita del Regno Unito dall’Europa, era solo una macchinazione politica, non è vero che ci sarà l’apocalisse. E’ un po’ presto per dichiarare finita la crisi, ed è anche azzardato: l’effetto Brexit si quantificherà a fine estate quando ci saranno i dati dell’economia reale. In più la Brexit non è ancora cominciata, l’articolo 50 del Trattato di Lisbona non è stato attivato (e con tutta probabilità non lo sarà fino alla fine dell’anno), il destino della relazione tra Londra e il continente non è stato affatto definito. Però è vero che i toni nei confronti della Brexit sono molto cambiati, il “divorzio amichevole” sembra plausibile.
Theresa May, neo premier britannico, ha incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande che sono considerati il poliziotto buono e quello cattivo sulla questione puniamo-gli-inglesi-per-questo-voto-sciagurato. Al netto delle foto delle scarpe, del tappeto rosso messo dai tedeschi per la perfida inglese, del gioco delle somiglianze tra le due leader (non si capisce perché nessuna donna è mai leader a modo suo, e debba per forza assomigliare a qualcuna/o), Merkel è stata conciliante con la May: facciamo una Brexit ordinata. La visita in Francia era considerata più delicata, perché Hollande vuole mettere fretta sull’attivazione dell’articolo 50 e soprattutto non vuole permettere che Londra la passi liscia. In realtà Hollande ha sì chiesto di agire in fretta, ha sì ricordato che il Regno Unito non può stare nel mercato unico e non accettare libertà di circolazione delle persone, ma ha anche detto, rimangiandosi le minacce lanciate prima del referendum, che a Calais resteranno i controlli e non ci saranno trasferimenti di massa dei migranti. Insomma anche Hollande ha imboccato la strada del pragmatismo amichevole, tenendosi aperta l’eventualità di mettersi di traverso in un momento successivo.
I dati della Banca d’Inghilterra dicono che la Brexit si può assorbire, anche il capo della Bce Draghi ha tenuto toni molto lontani dall’apocalisse: il mondo non finirà con l’exit inglese. Questo da un lato è molto rassicurante, dall’altro invia un messaggio a lungo termine più complesso da decifrare nelle sue conseguenze politiche: se la Brexit non è così un disastro, la tentazione di inventarsi altre exit resterà alta.