Burkini (foto via YouTube)

I Lumi indossano il burkini

Redazione
In Francia si celebra l’ultimo orrendo rito del multiculturalismo.

Invece di sprecare il loro tempo cercando di organizzare l’‘islam di Francia’, i nostri leader politici dovrebbero cercare modi per contrastare l’islamizzazione strisciante del nostro paese”. Si è aperto così l’editoriale con cui ieri il Figaro ha denunciato l’ultimo eccesso del multiculturalismo. A settembre, una associazione di Marsiglia organizzerà un parco acquatico per la festa del “burkini”. Solo le donne vestite dalla testa ai piedi saranno accettate, niente uomini, tranne i ragazzi sotto i dieci anni. Questi eventi dal carattere comunitario si moltiplicano – anche nel mondo della moda – e non dovrebbero portare alla rassegnazione.

 

Non è normale. Colpa dei politici che, per clientelismo elettorale, accettano orari separati in piscine e palestre. Colpa di quelle “belle menti progressiste” che, da un lato, invocano sempre la tolleranza e vanno a caccia di reazionari e, dall’altro, chiudono i loro occhi di fronte alla nuova apartheid di genere imposta nel cuore dell’Europa.  “Basta”, scrive il Figaro. “Fermate la tirannia delle minoranze, l’islam militante, l’abbandono della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità”. Siamo passati dalle hostess in minigonna e senza velo della compagnia aerea afghana, dal concorso di bellezza che re Hussein di Giordania organizzò all’Hotel Philadelphia, dalla squadra di calcio femminile dell’Iraq, dalle donne libiche che marciavano svelate per chiedere diritti, dalle ragazze egiziane che facevano il bagno senza burkini, dalle iraniane che trasformarono Teheran in una sorta di piccola Parigi, a Parigi esposizione universale della sottomissione della donna in un acqua park. Grottesco e sinistro.

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