Che succede se Merkel socchiude la porta
La nostra politica dell’accoglienza non cambierà”, aveva detto la cancelliera tedesca Angela Merkel dopo gli attentati che il mese scorso avevano colpito la Baviera, tutti compiuti da immigrati. Eppure i numeri dimostrano che la politica della “porta aperta” ora comincia a cedere il passo a controlli più serrati nei confronti dei migranti che tentano di entrare in Germania. I dati diffusi martedì dal governo dicono che solo nei primi sei mesi del 2016 il numero degli immigrati senza permesso di soggiorno a cui Berlino ha negato l’ingresso ha già superato quello di tutto il 2015: 13.324 irregolari sono stati respinti, soprattutto alla frontiera con l’Austria, circa il 50 per cento in più rispetto agli 8.913 dell’anno precedente. Nei primi sei mesi del 2016 è aumentato anche il numero degli espulsi: 13.743 immigrati sono stati rispediti nei paesi di provenienza, rispetto ai 20.888 di tutto il 2015 e agli 11 mila del 2014.
Anche se il totale degli ingressi nel paese resta al di sopra della media rispetto agli anni precedenti, il rallentamento degli ultimi mesi è un dato non casuale. Dopo gli attacchi terroristici di luglio, i sondaggi hanno visto in calo la popolarità della Merkel e della sua politica dell’accoglienza. Ma la ritrovata accortezza con cui Berlino inizia a trattare l’afflusso dei migranti preoccupa l’Italia. Da Ventimiglia, dove la Francia ha chiuso i confini, e da Como, dove la Svizzera ha fatto lo stesso, il flusso di migranti si sposta ora a Milano. Il sindaco Beppe Sala ha parlato di tendopoli e caserme in disuso per fronteggiare l’emergenza. Ma i colli di bottiglia tra Francia, Austria, Svizzera e Germania, stanno diventando ormai troppi per il nostro (già precario) sistema di accoglienza.