La gauche contro il modello israeliano
Da domenica pomeriggio, Eric Ciotti e Guillaume Larrivé, deputati francesi dei Républicains (Lr), si trovano in Israele per trarre ispirazione dalle soluzioni messe in pratica dal governo di Gerusalemme per contrastare la minaccia terroristica, soluzioni la cui efficacia è sotto gli occhi di tutti. Israele, che con il terrorismo convive da decenni, è per Ciotti un modello di riferimento. “Israele è un esempio in materia di lotta contro il terrorismo; la Francia, che oggi deve far fronte a una minaccia inedita in Europa, vi si deve ispirare”, ha dichiarato il deputato di Lr.
Ma il pensiero di Ciotti e di Larrivé, che lunedì mattina hanno visitato un centro di detenzione israeliano lodando via Twitter l’alto livello di sicurezza, il rigore dell’intelligence e l’efficacia di queste fortezze nella lotta contro il terrorismo, ha suscitato in Francia l’indignazione della sinistra e in particolare del ministro della Giustizia, Jean-Jacques Urvoas, secondo il quale i centri di detenzione israeliani sono “ben lungi dall’essere un esempio in materia di rispetto del diritto”. Detto dal Guardasigilli di un paese che ha lasciato un terrorista islamico, Adel Kermiche, girare liberamente con il braccialetto elettronico e poi sgozzare un prete, nonostante i reiterati segnali di radicalizzazione, è a dir poco stucchevole. Anche perché dalle sue parole trapela un ingiustificato disprezzo. Israele “un modello?”, si è chiesto con toni denigratori. Il bilancio del governo socialista in Francia nella lotta al terrore interno non dovrebbe lasciare spazio a ironie. E il modello israeliano, lo sappiamo, permette a un popolo assediato di mantenere viva l’unica democrazia del medio oriente. Ma essere efficaci e tosti contro i “poveri” – e magari “pazzi” – terroristi è chiedere troppo per la sinistra francese.
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