Il grande regolamentatore
L’Amministrazione Obama ha annunciato che invierà 15 detenuti della prigione di Guantanamo negli Emirati Arabi Uniti, il numero più alto dall’inizio del mandato. E’ una mossa che occhieggia alla sua eredità politica: incapace di chiudere Guantanamo come promesso otto anni fa per l’assenza di soluzioni alternative, Obama sta usando il potere esecutivo per svuotarlo il più possibile. Con la stessa ottica, a inizio agosto Obama ha commutato la sentenza e offerto il perdono presidenziale a 214 prigionieri – mai così tanti dall’anno 1900. L’elenco degli atti esecutivi di Obama potrebbe continuare all’infinito: praticamente nessuno nella storia presidenziale americana ha usato tanto quanto il presidente uscente il potere esecutivo di regolamentare e normare per plasmare la vita politica e sociale del paese.
Il 50 per cento più di Bush, ha calcolato il New York Times giusto pochi giorni fa in un ritratto del grande regolatore, che ha creato un governo “che dipende dallo schiacciasassi burocratico e non dalla trasparenza legislativa” e ha cambiato la faccia dell’America bypassando il Congresso. Dalle decisioni governative sul salario minimo all’agenda pol. corr. portata avanti a colpi di ordini esecutivi (quello sui bagni dei trans, contro cui 14 governatori si sono ribellati, o quello sulle normative anti abusi che presto sono diventate un incubo di burocrazia nei college), Obama ha accelerato negli ultimi mesi un trend che esiste da sempre nella sua Amministrazione, rendendo chiaro, ormai, che il giovane senatore che criticava Bush perché bypassava il Congresso oggi è diventato il più grande bypassatore della storia, e che su questo sta costruendo la sua eredità.