Tra virgolette
La metà degli elettori laburisti non voterebbe per Corbyn, dicono i sondaggi
In un anno le condizioni di salute della sinistra britannica sono peggiorate. Sei infografiche per capire la crisi del Labour.
Qual è lo stato di salute del Partito laburista dopo un anno di leadership Corbyn? Se lo chiede, in un articolo apparso oggi sul Telegraph, il giornalista Asa Bennet che racconta con sei infografiche quanti danni abbia fatto sinora il politico britannico alla propria fazione. “Un anno fa ha assunto l’incarico con fervore messianico”, spiega Bennet, “ma il partito non ne è uscito altrettanto galvanizzato”: secondo le indagini della British General Election il Labour non è mai stato così in basso nei sondaggi. I suoi sostenitori dicono che c’è tempo per una rimonta alle elezioni del 2020 ma, scrive il cronista del Telegraph, “vale la pena dare un’occhiata più da vicino per scoprire – al di là delle cifre ufficiali – fino a dove arriva il torrente di voti che sta lasciando il suo partito”.
I sondaggi di Ipsos Mori mostrano che la maggior parte degli elettori (63 per cento) ritengono che un Labour a guida Corbyn non sia pronto per formare un governo. Una percentuale simile (65 per cento) lo ritiene inadatto al ruolo di primo ministro. Entrambe le valutazioni sono persino peggiori rispetto a quelle registrate a suo tempo su Ed Miliband, l'ex leader del Labour. E quella volta, alla fine, gli elettori non cambiarono idea.
Public still don't believe Labour or Jeremy Corbyn are ready for government https://t.co/syGIXSpnj6 #ukpolitics pic.twitter.com/td2BcH22Cu
— Ipsos MORI (@IpsosMORI) 19 maggio 2016
Un partito all’opposizione non ha mai vinto senza convincere gli elettori di essere più adatto alla guida del paese, o almeno senza promettere una migliore gestione dell'economia. Ma se Corbyn non piace come futuro primo ministro, anche il Cancelliere John McDonnell si sta rivelando decisamente poco attraente come potenziale custode delle finanze della nazione. A malapena uno su dieci (11 per cento) degli intervistati da YouGov nel febbraio scorso lo considerava una valida alternativa alla Cancelleria. Al contrario, in novembre, YouGov rilevava che i conservatori stavano godendo il loro massimo vantaggio sui laburisti sin dal 2010, in termini di fiducia del pubblico sulla loro gestione dell’economia.
Fonte: Telegraph
Jeremy Corbyn aveva promesso di sedurre gli scozzesi col “sol dell’avvenire” ma non sembra che l’incantesimo sia riuscito granché bene: nel maggio scorso i Tories hanno addirittura scavalcato i laburisti e hanno preso il loro posto all’opposizione nel Parlamento scozzese.
Anche se il sistema britannico non è presidenziale, si può immaginare che i votanti di un partito considerino il proprio leader come il più qualificato a fare il premier. Quindi non stupisce che il 97 per cento dei conservatori sostenga Theresa May (secondo un’indagine di YouGov). Il paradosso è che solo la metà dei votanti di sinistra considera Corbyn un buon primo ministro e ben il 15 per cento preferirebbe May.
Fonte: Telegraph
La Brexit è una delle sfide più importanti per il futuro del Regno Unito: purtroppo per Corbyn, solo il 6 per cento degli intervistati da BMG crede che sarebbe un buon negoziatore, in grado di strappare un accordo vantaggioso a Bruxelles. Theresa May raggiunge quota 23 percento. Quattro volte tanto.
Fonte: Telegraph
Anche all’interno del Parlamento il leader della sinistra britannica non sembra godere di molti appoggi. Ipsos-MORI ha pubblicato di recente un’indagine in cui chiede agli ex primi ministri quale parlamentare li abbia più impressionati positivamente nell’anno passato. Theresa May e David Cameron hanno raggiunto il massimo di consensi con il 25 e 26 percento. Corbyn è stato nominato una volta sola, e da un premier conservatore.
Fonte: Ipsos