Obama assicura aiuti record a Israele e prova a far dimenticare il deal iraniano
Cifra senza precedenti per la Difesa di Gerusalemme, pari a 38 miliardi di dollari in 10 anni. Finisce qui un negoziato rovente che ha vissuto momenti di alta tensione diplomatica.
Israele beneficerà della somma più elevata di aiuti alla Difesa mai garantita dagli Stati Uniti a un solo paese. Dopo mesi di negoziati dietro le quinte, l'annuncio della conclusione delle trattative è arrivato martedì dal dipartimento di stato americano. Secondo il memorandum sottoscritto da Washington e Gerusalemme, nei prossimi 10 anni gli americani assicureranno 38 miliardi di dollari in armamenti al loro alleato. Una cifra enormemente maggiore rispetto ai 3,1 miliardi previsti dal vecchio accordo che scade nel 2018. Per la prima volta, il solo sistema missilistico israeliano, Iron Dome, sarà finanziato con lo stanziamento di 500 milioni di dollari.
Sebbene l'intesa ponga fine a un iter diplomatico che ha vissuto momenti burrascosi, restano le incomprensioni tra il presidente americano Barack Obama e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Nessuno dei due presenzierà alla cerimonia per la firma del memorandum, prevista mercoledì a Washington. La cifra senza precedenti è anche l'ovvia conseguenza dei malumori israeliani per il deal sul nucleare iraniano sponsorizzato da Obama e contro il quale Netanyahu rivolse un discorso molto critico in occasione del suo discorso al Congresso americano nel marzo del 2015). Per Obama, l'accordo è però il modo ideale per smontare le critiche del Congresso, a maggioranza repubblicana, per la mancata conclusione dell'intesa. Il presidente americano, ormai a fine mandato, si assicura così la salvaguardia delle relazioni con lo storico alleato israeliano.
Da parte sua, Netanyahu avrebbe preferito ricevere una cifra ancora più elevata (pari a circa 45 miliardi di dollari), attendere l'esito del voto delle presidenziali americane per sottoscrivere l'intesa con il nuovo capo della Casa Bianca e ottenere il massimo dall'alleato. Un'ipotesi scongiurata dalle larghe concessioni garantite, non senza attriti, dall'attuale Amministrazione Obama. I caveat imposti da Washington prevedono che il governo spenda il denaro solo per rifornirsi da industrie americane (piuttosto che israeliane, come desiderava invece Gerusalemme) e l'impossibilità di usare gli aiuti per acquistare carburante. Infine, secondo alcune indiscrezioni, Netanyahu si è impegnato a non domandare alcuna variazione degli accordi presi se non in caso di scoppio di una nuova guerra in medio oriente.