Un bambino di Aleppo tratto in salvo dalle macerie dopo un bombardamento (foto LaPresse)

"I bambini di Aleppo sono in trappola", dice l'Unicef: 96 uccisi in sei giorni

Redazione
L'inviato speciale dell'Onu de Mistura rinnova l'allarme per la situazione umanitaria nella città siriana. Ma tra Mosca e Washington manca l'intesa su un nuovo cessate-il-fuoco

Aleppo si è svegliata nuovamente sotto le bombe e la ripresa dei colloqui sembra lontana, ha avvertito l'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura, che dal Vaticano, dove ha incontrato Papa Francesco, tenta ancora la strada della mediazione. "Incoraggio le Nazioni unite per il lavoro di sostegno e mediazione per la fine della guerra", ha detto Bergoglio. Intanto, la situazione nella città continua a peggiorare, con "i bambini intrappolati in un incubo", denuncia l'Unicef, e costretti a bere acqua inquinata. Solo da venerdì, 96 bambini della parte orientale di Aleppo sono stati uccisi e altri 223 sono rimasti feriti. "I bambini sono in trappola", ha commentato Justin Forsyth, segretario generale dell'Unicef.

 

Come ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, elicotteri hanno lanciato barili-bomba sul quartiere di al Misr mentre altri raid erano in corso su quello di Qadi Askar. Entrambe le aree si trovano nella parte orientale, dove i ribelli sono assediati dalle forze di Bashar el Assad.     

 

Sono stati bombardati anche il campo di profughi palestinesi a Handarat e l'area Progetto 1070, nella parte nord. Colpita dalle bombe anche Andan, a nord di Aleppo, ed è stato distrutto l'unico panificio ancora in attività e che sfamava la popolazione. L'artiglieria del regime, ha aggiunto l'ong, ha messo nel mirino anche al Buida e Tel Hatabat, a sud della seconda città siriana. 

 

Mercoledì, il Papa, parlando della situazione in Siria, al termine dell’udienza generale del mercoledì ha rinnovato “l’appello a impegnarsi con tutte le forze nella protezione dei civili, quale obbligo imperativo e urgente”, con la chiosa drammatica secondo cui “i responsabili dei bombardamenti renderanno conto a Dio”.

 


Caro Papa, la Siria non si salva da sola
Risparmiare i civili senza un intervento armato è solo utopia

 

 

Intanto prosegue la ricerca diplomatica di una tregua, ma la furia delle armi blocca qualsiasi tentativo di negoziato. La ripresa dei colloqui sulla Siria sembra "molto difficile" mentre "cadono bombe" sul paese, ha sottolineato de Mistura. "Sono molto preoccupato che tutto questo possa portare solo a una militarizzazione del conflitto - ha aggiunto - ma non sono pessimista perché so che non ci sono alternative" al dialogo. A "nuove idee sul piano del negoziato politico" sta lavorando anche la diplomazia europea guidata dall'Alto rappresentante dell'Ue, Federica Mogherini, che al momento però non vuole anticipare nulla. "La situazione ad Aleppo è estremamente drammatica", ha premesso, "tutto il nostro lavoro è rivolto all'immediata urgenza di fermare il massacro".

 

Ora ad Aleppo la Russia ha scelto di applicare il “modello Grozny”
Mosca decide di non dare più spazio al negoziato (debole) con gli americani. Le ragioni e le nuove armi della svolta
 

 


La Russia mercoledì si era detta pronta a rilanciare i colloqui a Ginevra dopo il fallimento del cessate il fuoco ma gli Stati Uniti avevano minacciato di interrompere le relazioni con Mosca se non smetteranno i bombardamenti sui quartieri ribelli di Aleppo, sotto attacco da giorni da parte dell'aviazione di Damasco insieme a quella russa. Mosca ha risposto con una possibile tregua umanitaria di 48 ore ma resta contraria a un cessate-il-fuoco più prolungato, di almeno una settimana, perché questo consentirebbe ai ribelli, sostengono i russi, di raggrupparsi e coordinare una iniziativa militare. "I colleghi americani propongono, per ragioni che solo loro conoscono, una tregua di sette giorni", ha detto sarcasticamente il vice ministro degli Esteri russo, Serghei Riabkov. Si tratta, ha aggiunto, "dello spazio temporale sufficiente affinché i gruppi terroristici possano riorganizzarsi, ma è inaccettabile", così come è "inaccettabile" l'ultimatum americano, che rilancia una politica di "minacce e ricatti".