“Una città-stato in Europa per i migranti”
La Svezia potrebbe risolvere il problema dei migranti attraverso la creazione di uno “stato nello stato” in cui le leggi nazionali non sono applicabili. A dirlo non è un trombone di estrema destra, ma il capo economista della Banca mondiale, Paul Romer, direttore della Stern School of Business dell’Università di New York, che ha esposto le sue idee al quotidiano Dagens Nyheter. Suggerendo che la zona potrebbe richiamarsi a Hong Kong. Spiegando il suo piano, l’economista ha detto: “La questione dei rifugiati è un problema enorme, ma ci sono possibili soluzioni. La Svezia, un paese scarsamente popolato, potrebbe affittare una superficie delle dimensioni di Hong Kong. E’ importante che questa zona franca venga considerata indipendente, con le sue leggi e le sue regole, e non come parte della Svezia. Coloro che ci vivono non sarebbero cittadini svedesi, ma potrebbero vivere la loro vita completamente separati dal resto della società”.
Per far funzionare questa zona, Romer ha detto che ci dovrebbero essere forti controlli alle frontiere, “rendendo impossibile per i residenti nelle zone libere muoversi verso l’altro lato della frontiera”. Il capo economista della Banca mondiale ha portato a esempio l’enclave russa di Kaliningrad. Peccato che queste zone franche esistano già in Europa. Sono le “zone sensibili” in Francia, le banlieue parigine, il Londonistan, il “triangolo della sharia” all’Aia, Malmö e le altre aree sottratte dal multiculturalismo alla sovranità democratica e civile europea. Inoltre, anche nel caso volessimo creare queste città-stato in Europa, non assomiglierebbero mai al paradiso di Hong Kong, ma alla giungla di Calais.