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Un'immagine dell'uragano ripresa dal satellite (foto LaPresse)
L'uragano Matthew tocca la Florida dopo aver causato 800 morti ad Haiti
L'uragano Matthew fa ancora paura. Dopo aver devastato Haiti ora si dirige verso le coste orientali statunitensi: ha toccato terra in Florida dove, come accade sempre per gli uragani una volta che hanno lasciato le acque, ha perso di intensità: i suoi venti soffiano 192 km/h. Si è quindi indebolito a categoria 3 su un massimo di 5 della scala Saffir -Simpson che misura l'intensità degli uragani. Al momento si trova a 55 km a nord-est di Daytona Beach e a 155 km a sud-est di di Jacksonville nella Florida nordorientale. Il fronte dell'uragano prosegue verso nord e si sposta ad una velocità di 19 km/h.
Intanto è "catastrofica" la situazione ad Haiti dopo il passaggio dell'uragano Matthew. In uno dei paesi più poveri del mondo che ancora faticava a riprendersi dal terremoto del 2010, il bilancio delle vittime va aumentando man mano che passano le ore e si raggiungono le zone rimaste isolate. Il bilancio ancora non è ancora chiaro, ma è certo che ormai le vittime si contano a centinaia: "più di 840", secondo la statunitense Fox News. La maggioranza dei morti si conta nelle aree di Les Cayes, Dame-Marie e Jeremie.
Le immagini rimandate dai social network sono agghiaccianti: case rase al suolo, cumuli di macerie dove prima c'erano malconce baracche, alberi sradicati, ponti crollati. Il capoluogo del dipartimento, la città costiera di Los Cayos, terza località di Haiti, è stata interessata per diverse ore dal passaggio di venti forti e piogge torrenziali; così anche Jeremie, la località più colpita, dove l'80 per cento delle case sono state rase al suolo. E ancora molte comunità risultano isolate. Decine di feriti continuano a essere trasportati nella capitale haitiana dalla citta' meridionale di Dame-Marie, che e' nel dipartimento dela Grand'Anse, il piu' colpito dall'uragano. Le autorita' non sono ancora in grado di definire precisamente i danni. L'Oxfam sottolinea, inoltre, la gravità della situazione anche per i terremotati del 2010. Molte delle 60mila persone costrette a vivere nei campi per sfollati - si legge nella nota - hanno perso quel poco che avevano a causa dell'uragano degli ultimi giorni. La perdita dei raccolti e gli allagamenti rendono infatti le comunità colpite estremamente vulnerabili.
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