Il dorato senso di colpa
E’ un pezzo del New Yorker a informarci dell’ultima follia olandese. Ogni anno, dal 1903, il terzo martedì del mese di settembre, la “carrozza d’oro” (Gouden Koets) porta i sovrani dal Palazzo reale al Parlamento per un discorso sullo stato del regno. Lo scorso settembre, la carrozza d’oro è stata presa di mira da centinaia di manifestanti riuniti ad Amsterdam per denunciare il vessillo colonialista. La carrozza ha nel fianco sinistro un trittico chiamato “omaggio dalle colonie”. Uomini neri seminudi che supplicano la regina. E’ nato un movimento, Grauwe Koets, la carrozza grigia, che chiede di eliminare questa tradizione. “Un’èra grigia”, contaminata da schiavismo e colonialismo. E’ la demografia che cambia: una persona su cinque in Olanda oggi discende dalle ex colonie.
“Questo cambiamento demografico è stato motivo di crescenti tensioni sociali”, scrive il New Yorker, dall’assassinio di Pim Fortuyn a quello di Theo van Gogh. Il primo ministro Mark Rutte si è opposto: “Volete riscrivere la storia distruggendo la carrozza d’oro?”. In Olanda ogni anno si ripresenta la polemica su “Black Pete”, l’aiutante nero che a dicembre accompagna san Nicola nella distribuzione dei regali ai bambini. Il Rijksmuseum di Amsterdam ha passato invece al setaccio migliaia di dipinti per eliminare le parole “neger” (nero), “bosjesmannen” (boscimani), “bosnegers” (marroni). Dalla carrozza d’oro ai dipinti, sono all’opera qui tutti e tre i grandi vizi che hanno rovinato la cultura contemporanea secondo Robert Hughes: il culto della vittima, l’ossessione multiculturale e la politicizzazione dell’arte.