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L'esercito iracheno combatte per conquistare il distretto Saddam, a est di Mosul

Redazione

Per le forze speciali è stato già liberato il 90 per cento dell'area. "Lo Stato islamico si è ritirato da qui già da due giorni", dicono i residenti. Tra gli sciiti che combattono per liberare la città anche 200 donne iraniane.

Nelle ultime ore l'esercito iracheno combatte una delle guerriglie urbane più aspre dall'inizio della battaglia di Mosul per prendere il pieno controllo di un altro distretto della città, quello di Saddam, nella zona est. Secondo i militari, il quartiere è stato già liberato al 90 per cento dai jihadisti dello Stato islamico grazie all'intervento delle forze speciali. L'operazione per la conquista del distretto è iniziata stamattina presto, intorno alle 7, ed è riuscita a vincere la resistenza degli uomini del califfo, con il supporto degli aerei della coalizione internazionale. Testimoni sentiti dalla Bbc hanno riferito che lo Stato islamico si aspettava l'offensiva dell'esercito iracheno nel distretto di Saddam e per questo aveva già ritirato buona parte dei combattenti da due giorni, lasciando quattro piccoli gruppi di resistenza per rallentare l'avanzata. Il colonnello Muhannad al Timimi ha detto all'agenzia Associated Press che le forze speciali hanno distrutto tre mezzi imbottiti di esplosivo lanciati contro i militari prima che potessero esplodere. Rispondendo al fuoco, i jihadisti sono riusciti a distruggere solo un carro armato dell'esercito iracheno.

 

L'appello alla resistenza lanciato un paio di giorni fa dal califfo in persona, sembra non bastare a serrare i ranghi tra i jihadisti. Secondo le Nazioni Unite, che monitorano costantemente gli effetti della battaglia sui civili, lunedì scorso una cinquantina di combattenti dello Stato islamico sono stati fucilati per aver tentato di disertare. Altri 180 funzionari del governo sarebbero stati uccisi nelle stesse ore. Ulteriori conferme sull'impiego di scudi umani da parte degli uomini del califfo, arrivano proprio dalle testimonianze dei residenti. Oltre mille civili sarebbero stati trasportati dai villaggi di Hamam al Alil e da Tal Afar a Mosul. I combattenti hanno sottratto alle donne i figli, alcuni dei quali hanno solo 9 anni, con lo scopo di reclutarli e impiegarli come bambini soldato.

 

Secondo quanto riferito dall'agenzia Reuters, ci sono 200 donne soldato iraniane tra le truppe dei Peshmerga che circondano Mosul. In tutto, le forze armate del Partito per la Libertà del Kurdistan ammontano a 600 combattenti. "Lavoriamo mano per mano con gli uomini che combattono, i nostri fratelli. Combattiamo insieme per difendere la nostra terra da qualsiasi minaccia", ha riferito a Reuters una di loro, di nome Karin.

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