Trump dice che resterà al fianco della Corea del sud, ma Pyongyang avverte: “Restiamo uno stato nucleare”
Donald Trump rassicura la Corea del sud sulla sicurezza. Il nuovo presidente americano ha ribadito l'impegno di Washington nel preservare l’alleanza con Seul, nel corso di una conversazione telefonica con la presidente Park Geun-hye (lo riferisce l'agenzia Yonhap, che cita una “fonte ufficiale”). Il tycoon ha assicurato che gli Stati Uniti manterranno una posizione di difesa “decisa e forte” lavorando con Seul “fino alla fine” per la protezione dell'alleato asiatico. Park, da par suo, si è congratulata con Trump per la vittoria, e ha sottolineato come l'alleanza tra i due paesi sarà il “fondamento” di pace e prosperità tra l'Asia e il Pacifico, mentre il programma nucleare nordcoreano rappresenta la “principale minaccia” per entrambe le nazioni: “In passato la Corea del nord ha messo in scena delle provocazioni durante il periodo di transizione di governo negli Stati Uniti, dunque dobbiamo cooperare per scoraggiare in anticipo possibili scenari di questo tipo e rispondere duramente se provocati”, ha detto.
In campagna elettorale, però, Trump aveva più volte affermato che avrebbe preso in considerazione il ritiro delle truppe americane dalla Corea del sud a meno che Seul non si impegnasse a sostenere una parte maggiore di costi. Attualmente sono circa 28.500 i soldati dispiegati per la difesa dalla Corea del Nord, ricorda la stampa statunitense.
Intanto il regime nordcoreano ha già avvertito Trump, con un editoriale del Rodong Sinmun, il quotidiano del partito unico. Il nuovo presidente, recita l’articolo, dovrà vedersela con uno “stato nucleare”, perché i tentativi americani di denuclearizzare il paese sono “un'illusione superata”. In campagna elettorale il tycoon aveva espresso il desiderio di intraprendere un dialogo con il leader nordcoreano Kim Jong-un.
L'editoriale del direttore