Federica Mogherini (Foto LaPresse)

Dopo Trump, Europa disorientata

Redazione
Boicottaggi e divisioni al vertice per prendere le misure al presidente americano

L’Unione europea appare disorientata e impreparata alla presidenza americana di Donald Trump, alle sue ripercussioni sulle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti e alle più vaste conseguenze geostrategiche. “Non sappiamo nulla di ciò che intende fare”, è la frase più citata da ambasciatori e diplomatici degli stati membri, mentre i ministri degli Esteri dei Ventotto già si dividono. Il britannico Boris Johnson e l’ungherese Péter Szijjártó hanno boicottato la cena informale organizzata domenica dall'Alto rappresentante Federica Mogherini. Il francese Jean-Marc Ayrault non ha partecipato per ragioni di agenda e per non dare l’impressione che si sia aperta una nuova crisi dentro l’Ue. La linea ufficiosa è “niente panico: ci auguriamo che il presidente Trump sia diverso dal candidato Trump”. Ma sulla sostanza le divergenze sono forti. Per Johnson, Trump può essere “un’opportunità” soprattutto per il Regno Unito alla ricerca di un accordo commerciale con gli Stati Uniti per il dopo-Brexit. Mogherini è convinta che Trump spingerà l’Ue a “rafforzare il coordinamento interno come forza credibile per la pace e il multilateralismo nel mondo”. Ma secondo il presidente della Commissione Juncker, si perderanno due anni “fino a quando Trump non avrà fatto il giro del mondo che non conosce”.

 

Nato, guerra contro lo Stato islamico, Ucraina, Siria, accordo con l’Iran, sicurezza energetica, cambiamento climatico, Ttip: l’elezione di Trump fa scoprire all’Europa che la vita senza l’America è molto più difficile nel mondo multipolare che ha a lungo sognato. Vale ancor più sulla Russia di Putin, i cui alleati stanno conquistando sempre più capitali dell’Ue e del suo vicinato. Domenica la Bulgaria ha eletto un presidente filorusso, Rumen Radev, alla sua presidenza, provocando le dimissioni del premier Boyko Borisov. Nel Baltico, l’Estonia potrebbe presto essere governata dal Partito di centro, che ha firmato un protocollo d’intesa con Russia Unita e rappresenta gli interessi della minoranza russofona. In Moldova, il prorusso Igor Dodon ha battuto alle presidenziali la candidata proeuropea Maia Sandu. Certo, come dopo la Brexit, Mogherini spera di rilanciare i progetti di difesa comuni. Ma se l’Europa si fa battere da Trump nella definizione dei rapporti con Mosca, rischia ancora una volta di ritrovarsi più indifesa, e più irrilevante.