In Afghanistan lo Stato islamico ha ucciso decine di sciiti durante la preghiera
I talebani prendono le distanze dall'attacco e il governo parla di un tentativo del Califfato di dividere ulteriormente il paese.
Foto LaPresse
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Un attacco suicida rivendicato dallo Stato islamico davanti a una moschea sciita a Kabul ha provocato la morte di 27 persone mentre i feriti sono al momento 35. L’esplosione è avvenuta alle 8 di mattina locali (le 11.30 in Italia) davanti al santuario di Baqir ul Olum, nella parte occidentale della città, mentre i fedeli si riunivano per la ricorrenza della morte dell'imam Hussein, nipote del profeta Maometto e martire sciita. Quello di Kabul è l'ultimo di numerosi attacchi dei miliziani sunniti del Califfato alla comunità sciita dell'Afghanistan. Secondo la Bbc, funzionari della sicurezza locale avrebbero parlato di un uomo solo, arrivato a piedi e che si è fatto esplodere tra la folla all'interno dell'edificio. Testimoni oculari riferiscono inoltre che la funzione religiosa era quasi terminata quando la bomba è stata fatta esplodere. "Ero dentro la moschea e il Mullah stava leggendo la preghiera", ha raccontato alla Associated Press Ewaz Ali, 50 anni, rimasto ferito nell’attentato. "Improvvisamente un’enorme esplosione, poi il mondo è diventato buio”.
Secondo rapporti locali, tra i morti ci sarebbero anche dei bambini. Anche se negli ultimi 40 anni non c'è stato un censimento adeguato, si stima che circa il 20 per cento della popolazione afghana sia composta da musulmani sciiti, la maggior parte di minoranza taiga e hazara. Anche se contro di loro non si sono raggiunti i livelli di violenza settaria visti in Pakistan e in Iraq, gli sciiti sono stati presi di mira almeno tre volte negli ultimi mesi, in attentati rivendicati sempre dallo Stato islamico. Nel mese di ottobre, un attacco con armi da fuoco in un santuario a Kabul aveva provocato 14 morti. Lo stesso mese, altri 14 hanno perso la vita per via di un attentato suicida in una moschea nella provincia settentrionale di Balkh. A luglio, durante una marcia di protesta sciita, un'esplosione ha lasciato sul terreno altri 80 morti.
I militanti talebani si sono affrettati a prendere le distanze dagli attacchi di lunedì. "Condanniamo questo attentato", ha detto il portavoce talebano Zabihullah Mujahid alla Bbc. "Questo atto non ha nulla a che fare con noi". Il presidente Ashraf Ghani ha definito la strage un tentativo "di seminare discordia". Per il governo si tratta di “un crimine di guerra e un atto contro l'islam e l'umanità".
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