Il Thanksgiving di Trump: “Dobbiamo ricostruire un paese”
Il presidente eletto nel suo discorso per il giorno del Ringraziamento invita a “ricostruire” il paese, diviso negli ultimi mesi da “un'aspra e lunga campagna politica”
Sarà pure troppo bianco, troppo cristiano, troppo sessualmente binario e troppo tutto, ma il Thanksgiving day resta uno dei fondamenti degli Stati Uniti. Ed è da una delle più solide pietre angolari che vuole ripartire il presidente eletto Donald Trump: nel suo discorso per il giorno del Ringraziamento invita a “ricostruire” il paese, diviso negli ultimi mesi da “un'aspra e lunga campagna politica”. “Le tensioni non si sanano facilmente da un giorno all'altro”, ma “sanare” è la parola chiave per “avanzare come un solo Paese”, sottolinea Trump con tono deciso.
“Per avere successo dobbiamo sforzarci in quanto nazione”, è la preghiera da Thanksgiving del tycoon. “Questa campagna elettorale storica è finita, ma ora inizia una campagna nazionale per ricostruire il nostro paese e garantire le promesse dell'America per tutti. Vi chiedo di unirvi, è ora di ricreare i legami di fiducia tra cittadini perché quando l'America è unita non c'è nulla che non sia alla sua portata”, è il discorso quasi da mental coach del presidente, che riflette “su cosa ci lega veramente in quanto americani: a prescindere dalle differenze, siamo ancora un popolo, parte di qualcosa più grande di noi stessi. Siamo comunità che si muovono insieme. Siamo vicini di casa che si aiutano gli uni con gli altri. Siamo semplicemente americani”. Oggi, negli Stati Uniti, è un giorno di stasi e di tranquillità, di tacchini e di riposo. Meglio anche per noi.
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