Ora anche il Mercosur si accorge del regime di Maduro (e sospende il Venezuela)
Dopo quattro anni dal suo ingresso Caracas è stata sospesa per “non aver rispettato la carta del mercato comune sudamericano” né in termini di standard economici né per quanto concerne quelli democratici
I quattro paesi fondatori del blocco Mercosur - ossia Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay - hanno oggi sospeso il Venezuela, dopo quattro anni dal suo ingresso, per “non aver rispettato la carta del mercato comune sudamericano” né in termini di standard economici né per quanto concerne quelli democratici.
Il Mercosur, istituito nel 1991 con il Trattato di Asunción, è l’unione doganale che comprende le cinque più importanti economie dell'America latina – membri associati sono Bolivia, Cile, Perù, Colombia ed Ecuador. E’ la quinta potenza economica mondiale.
Ora, dopo le tensioni senza precedenti tra il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, e l’opposizione e una crisi economica che ha sottomesso l’intero Paese, arriva anche la sua espulsione definitiva dall’area di libero scambio.
Tre mesi fa era stato lanciato l’ultimatum: allinearsi agli standard e alle regole comuni oppure essere sospesi. Ora le sentenze. Michel Temer, alla guida del Brasile, è tra i più duri contro la politica di Maduro e ha denunciato “la deriva autoritarie del presidente del Venezuela, la persecuzione dei suoi oppositori e le minacce ai diritti umani”. Quando il Venezuela entrò nel Mercosur infatti, il presidente era Hugo Chavez e il Brasile, l’Argentina e l’Uruguay erano governi alleati. Adesso alla guida del Brasile c’è Temer e il leader dell’Argentina è Mauricio Macri.