La pellaccia di Rajoy
Il capo del governo più instabile d’Europa è diventato bastione di stabilità
L’ironia massima dell’attuale situazione politica nel continente europeo arriva dalla Spagna, dove il presidente del governo più instabile d’Europa è diventato il bastione della stabilità continentale. Mariano Rajoy governa in minoranza con il sostegno di un partito centrista, Ciudadanos, e con la necessità di elemosinare di volta in volta una manciata di voti a sinistra per far passare ogni provvedimento. Governa, in pratica sotto la continua minaccia di dimettersi e rigettare la Spagna nella paralisi politica dell’ultimo anno. Eppure, governa il paese con la crescita del pil più alta di tutto il continente, nonostante le preoccupazioni per l’alto deficit, e in uno scenario politico quasi completamente privo di incertezze: ha il campo sgombro a destra, perché in Spagna storicamente sono assenti movimenti di destra estrema, e anche per quanto riguarda i populismi di sinistra Podemos sembra almeno per ora domato – e la minaccia rappresentata da Iglesias e dai suoi rimane comunque limitata rispetto ad altri movimenti che navigano in acque europee.
Con il Partito socialista in stato avanzato di decomposizione, Rajoy non ha più veri rivali, e tutti sanno chi vincerebbe le elezioni anticipate se qualcuno tentasse il colpo di mano. Anche il governo spagnolo, per rispettare un patto elettorale con Ciudadanos, intende mettere mano alla Costituzione nel futuro (con provvedimenti simili a quelli appena bocciati in Italia, come la revisione del Senato e delle province, ma con in più il nodo complicatissimo delle autonomie, specie quella catalana), e Rajoy oggi è a tal punto sicuro di sé da aver ironizzato, nei giorni scorsi, sull’esito del referendum italiano: ne potrei fare uno anche io, ha detto.