Obama fa il bullo
Io avrei vinto, dice. Più che attaccare Hillary, vuole salvare la sua legacy. E intanto critica Corbyn e la via intrapresa dal Labour inglese che ha rinunciato a “fatti e realtà”
Se il candidato fossi stato io, avrei vinto, ha detto Barack Obama al suo ex guru David Axelrod in un’intervista per il podcast “Axe files”. “Se pensi che stai vincendo – ha detto Obama – hai la tendenza, come negli sport, a giocare con cautela”. Hillary Clinton, “comprensibilmente”, ha detto: visto che il mio rivale dice le cose che dice e fa quel che fa, dobbiamo concentrarci su questo”, sulla cautela, sul “giocarla piano”. Obama difende (finge di difendere) Hillary e dice tutto il bene possibile su di lei, ma non vuole che la sconfitta elettorale dell’ex first lady diventi anche la sconfitta dei suoi otto anni di presidenza. Così il presidente uscente spiega che il fatto che i democratici si siano persi la middle class è un “nonsense”, se ci fosse stato lui a correre contro Donald Trump, se avesse potuto articolare lui la campagna elettorale a modo suo, la mobilitazione sarebbe stata maggiore, e avrebbe dimostrato che la classe media è ancora con i liberal, o meglio: con Obama.
Dato che c’era, il presidente ha anche detto che la via intrapresa nel Regno Unito da Corbyn non è vincente: il leader del Labour ha rinunciato a “fatti e realtà”, come molti repubblicani trumpiani, ma il Partito democratico americano non corre lo stesso rischio di “disintegrazione”: Sanders al confronto di Corbyn è un “centrista”.
Per difendersi Obama fa il bullo, e ne fa le spese la solita Hillary. Corbyn ha risposto, permaloso com’è, che lui sta “con quel che vuole la maggior parte della gente”. Trump invece, che con il bullismo ha una certa dimestichezza, non si mette nemmeno a spiegare: Obama dica quel che vuole, ma “NO WAY!”, ha tuittato, intanto alla Casa Bianca ci sono io.