La risposta russa alle sanzioni di Obama
Il ministero degli Esteri russo propone a Putin di espellere 35 diplomatici americani dopo le sanzioni. Ma il Cremlino rifiuta, in attesa di Trump
[Articolo aggiornato alle 14.00] Roma. "I diplomatici russi che torneranno in patria trascorreranno le festività con i propri familiari. Da parte nostra, non creeremo problemi con i diplomatici degli Stati Uniti. Non espelleremo nessuno", ha affermato il presidente russo Vladimir Putin. in mattinata i toni tra Russia e Stati uniti erano molto più tesi, con la reazione di Mosca alle decisioni del presidente americano uscente Barack Obama. Il ministero degli Esteri russo aveva infatti proposto al Putin di espellere 35 diplomatici americani in risposta alle sanzioni e alle espulsioni di altrettanti funzionari russi, accusati dalla Casa Bianca di essere parte di un’operazione di spionaggio informatico nelle presidenziali 2016. "Non possiamo naturalmente lasciare senza risposta" le misure intraprese da Washington, ha detto il capo della diplomazia russa Serghei Lavrov. I diplomatici che, secondo il dicastero, avrebbero dovuto lasciare entro il 1 gennaio la Federazione russa sono 31 dipendenti dell'ambasciata americana a Mosca e quattro diplomatici del consolato generale a San Pietroburgo.
Putin ha invece affermato di voler invitare tutti i figli dei diplomatici statunitensi accreditati in Russia alle cerimonie per il nuovo anno che si terranno al Cremlino e definito "provocatorie" le mosse dell'amministrazione americana uscente. Putin comunque si "riserva il diritto di rappresaglia", il cui esercizio sarà subordinato alla valutazione della politica che adotterà il presidente Usa eletto, Donald Trump.
Il ministero degli Esteri russo ha anche presentato la proposta di vietare ai diplomatici di utilizzare due strutture a Mosca, una sede in Serebrjanj Bor e un magazzino sulla via Dorozhnaja. "Le accuse di Washington, secondo cui lo stato russo sarebbe dietro il tentativo di intromettersi nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti sono infondate", ha dichiarato Lavrov, dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato le sanzioni contro la Russia per gli attacchi informatici che l’intelligence americana attribuisce ai servizi segreti del Cremlino.
Anche il primo ministro russo, Dmitri Medvedev, ha ribattuto all’attacco americano. Medvedev affida a twitter la sua reazione: "È triste che l'amministrazione Obama, che aveva iniziato il suo lavoro con il ripristino della cooperazione, termini con un'agonia anti-russa. RIP", scrive il premier sul suo account.
It is regrettable that the Obama administration, which started out by restoring our ties, is ending its term in an anti-Russia agony. RIP
— Dmitry Medvedev (@MedvedevRussiaE) 30 dicembre 2016