La Turchia indaga sulla strage di Istanbul. "Identificato il killer", dice il ministro degli Esteri
Cadono i sospetti sull'uomo del Kirghizistan. Il killer legato allo Stato islamico, arrestati i familiari. Il parlamento proroga di 3 mesi lo stato d'emergenza
Proseguono le indagini sull’attentato di Capodanno a Istanbul. Sono stati rilasciati i due stranieri arrestati martedì all'aeroporto Ataturk in relazione all'attacco al nightclub Reina che ha provocato la morte di 39 persone e più di 70 feriti. Al momento, secondo Reuters, sarebbero 27 le persone fermate nell'ambito delle indagini, compresi i familiari del presunto terrorista. L'autore della strage è ancora in fuga ma "l'identità del responsabile dell'attacco è stata determinata" ha detto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in un'intervista tv, senza aggiungere altro.
Martedì mattina i media turchi avevano fatto il nome di Iakhe Mashrapov, 28enne originario del Kirghizistan. Non c'era stata però alcuna conferma dell’identità del killer da parte delle autorità turche. Nel pomeriggio il Kirghizistan aveva escluso che il terrorista fosse Mashrapov. L'uomo ha raccontato di essere arrivato all'aeroporto di Bishkek, la capitale del Kirghizistan, alle 7 di martedì mattina dalla Turchia e di essere ripartito alle 9 per Osh, nel sud del Paese. Secondo Akipress, Mashrapov sarebbe stato in Turchia per affari tra il 28 e il 30 dicembre e poi di nuovo tra il primo gennaio e oggi, mentre era in Kirghizistan la notte della strage. Un'immagine del suo passaporto era stata diffusa sui social media da utenti turchi, che notavano la somiglianza con il killer di Istanbul. Ma le autorità kirghize hanno dichiarato di averlo interrogato e confermano che l'uomo non ha avuto alcun ruolo nell'attacco. Anche il capo dei servizi di sicurezza del Kirghizistan, Rakhat Sulaimanov, ha detto alla Bbc che il titolare del passaporto non è coinvolto. Sulaimanov ha detto che l'uomo è stato interrogato sia dai loro agenti che dalla sicurezza turca.
Local pro-govt paper published an interview (Rus) with Iakhe Mashrapov who says he was in Kyrgyzstan on 31 December https://t.co/ooOhabWOZi pic.twitter.com/dRcLpCKIkS
— Ryskeldi Satke (@RyskeldiSatke) 3 gennaio 2017
I media turchi spiegano che l'uomo su cui la polizia sta indagando sarebbe originario dall'Asia centrale e avrebbe affittato un appartamento nella città di Konya con una donna – che si ritiene essere la moglie – e i due figli, che sono stati arrestati.
Alcuni report suggeriscono che la polizia sarebbe arrivata all'uomo grazie alle chiamate da lui fatte sul cellulare del tassista che lo ha portato al locale notturno dove ha compiuto la strage. Tuttavia, nulla è stato ufficialmente confermato dalle autorità turche. Le uniche dichiarazioni ufficiali provengono dal vice primo ministro turco Numan Kurtulmus, che lunedì ha dichiarato che le autorità hanno impronte digitali e una descrizione del sospetto.
È stato anche diffuso un video del sospettato mentre cammina per le strade del quartiere centrale di Taksim, a Istranbul.
Secondo il quotidiano turco Hurriyet, il presunto attentatore sarebbe stato addestrato in Siria dai jihadisti dello Stato islamico e nell'attacco al nightclub avrebbe usato tecniche imparate nella guerra civile in corso nel paese dal marzo del 2011. L'uomo ha sparato tenendo l'arma a fianco, all’altezza della vita, in maniera da sparare dal basso verso l’alto e colpire più persone possibili. Una tecnica, sostiene Hurriyet, che deve aver appreso negli scontri strada per strada in Siria. Per la sua abilità, prosegue il quotidiano, è stato “selezionato appositamente” dallo Stato islamico per compiere l'attacco di Istanbul.
Intanto il premier turco, Binali Yildirim, ha annunciato che lo stato di emergenza, in vigore nel paese dallo scorso 22 luglio in seguito al tentato golpe, potrebbe essere esteso per un periodo di ulteriori tre mesi. Il premier ha ricordato l'impegno delle truppe turche nel nord della Siria, l'operazione 'Scudo dell'Eufrate' iniziata più di 4 mesi fa, con cui sono stati "neutralizzati almeno 1.270 jihadisti". Numeri che, secondo Yildirim, confermano l'impegno della Turchia contro lo Stato islamico: "L'unica a opporsi al Califfato" mentre "il resto del mondo è terrorizzato dall'Isis ma non fa nulla per contrastarlo", ha attaccato Yildirim, che ha poi accusato gli Stati Uniti, rei di aver armato i curdi siriani del Pyd-Ypg "aumentando i rischi e i morti per la Turchia". Una mossa definita dal premier turco la vera "colpa di Obama”. Yildirim si augura che la nuova Amministrazione statunitense non rinnovi il suo sostegno ai curdi ma che invece consolidi "la storica alleanza che abbiamo con gli Stati Uniti".