L'ultima genuflessione pol. corr. di Obama
La grazia a Manning è l’ultima ambiguità del presidente anti leak
Barack Obama ha convertito la sentenza di Chelsea Manning, il militare condannato per spionaggio a trentacinque anni di carcere per aver passato migliaia di documenti confidenziali a Wikileaks, e nel corso della detenzione ha cambiato sesso. Il 17 maggio uscirà dal carcere. La decisione di Obama, sconsigliata dal Pentagono, è una genuflessione al politicamente corretto in fatto di gender, ma anche un atto di clemenza per una condanna durissima a una persona che per due volte ha tentato il suicidio in carcere (“era una pena sproporzionata” ha ribadito ieri sera Obama”) . Politicamente si tratta di un’ambigua furbizia perfettamente in linea con l’andatura obamiana, che vuole lasciarsi alle spalle un’eredità aperta a possibili interpretazioni.
Il perdono di Manning non deve far dimenticare che Obama ha condannato più leaker di tutte le altre amministrazioni della storia americana sommate. Ora che questi figuri vengono messi indistintamente nel calderone degli amici di Trump e degli hacker russi al soldo di Putin la linea dura appare come una grande difesa della democrazia, ma in questi anni abbiamo assistito all’indignata reazione dei professionisti dell’informazione all’invadenza del dipartimento della Giustizia di Obama. Il caso Manning è complicato dal collegamento con Julian Assange, che quando nessuno poteva prevedere la decisione della Casa Bianca ha promesso che si sarebbe consegnato alle autorità americane in cambio della grazia per Manning. Ora il suo avvocato ritratta, dice che non è una vera grazia ma una conversione, quindi lo scambio non è valido. Si vedrà. Probabilmente Obama spera che l’America possa mettere le mani su Assange, per vedere cosa ne farà Trump.
I conservatori inglesi