Proteste per la stretta anti immigrati di Donald Trump (foto LaPresse)

Isteria da “muslim ban”

Redazione

Il decreto di Trump è goffo e pasticciato, ma non è “un-American”

L’ordine esecutivo firmato da Donald Trump per “proteggere la nazione dall’ingresso di terroristi” è un decreto pasticciato nella concezione e nell’esecuzione ma il “muslim ban” agitato dalle piazze materiali e digitali è un supremo momento di isteria collettiva. Il “muslim ban”, come ormai dovrebbe essere chiaro, non è una chiusura delle frontiere su base religiosa, ma una temporanea limitazione degli ingressi di chi proviene da sette paesi che l’Amministrazione Obama già giudicava “preoccupanti”. Se Donald Trump abbia scelto di non penalizzare paesi da cui provengono minacce terroristiche per difendere gli interessi delle sue aziende è questione seria da accertare, ma depone a favore del fatto che non si tratta di una discriminazione religiosa. La sospensione temporanea dà modo al dipartimento della Sicurezza nazionale di “determinare se la persona che richiede il benefit è chi dice di essere e non è una minaccia per la sicurezza”.

Inoltre, l’ordine blocca l’ingresso dei rifugiati per 120 giorni e pone il limite di quelli che possono essere accolti a 50 mila all’anno, che sono meno della metà della quota approvata da Obama, ma sono in linea con la media degli ultimi decenni. Per i rifugiati siriani, il decreto reintegra i regolamenti approvati dall’Amministrazione Obama dal 2011 al 2014, quando il governo americano ha accettato nel paese soltanto poche centinaia di rifugiati. Le misure per regolamentare i confini e garantire la sicurezza possono non essere condivise, e magari non saranno nemmeno efficaci nel contrasto al terrorismo, ma definirle un-American è una reazione isterica.

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