Purtroppo Juncker delude ancora
Il Libro Bianco sull’“Ue a 27” si nasconde e non affronta le sfide
Se l’Unione Europea è alla ricerca di una leadership ambiziosa per far fronte alle sfide che ha davanti, mercoledì non l’ha trovata in Jean-Claude Juncker. Il presidente della Commissione ha presentato un Libro Bianco che – nelle sue intenzioni – doveva costituire “l’atto di nascita dell’Ue a 27” dopo la Brexit. Il documento si limita a delineare e analizzare cinque scenari. Il primo prevede di “continuare così” come ora, affrontando alla buona le crisi man mano che emergono. Lo scenario più ambizioso chiede di “fare molto di più insieme”, con gli stati membri che decidono di condividere in misura maggiore poteri, risorse e processi decisionali.
In mezzo c’è tutto il resto, da “solo il mercato unico” (un’Ue inglese senza il Regno Unito) a “fare meno in modo più efficiente”. Nel Libro Bianco c’è anche l’Ue a più velocità su cui stanno lavorando Germania e Francia in vista del Vertice di Roma del 25 marzo, ma Juncker non è stato invitato a Versailles la prossima settimana per un mini-summit con Merkel, Hollande, Gentiloni e Rajoy. Il Libro Bianco dovrebbe servire ad avviare il dibattito, tracciando i percorsi possibili per l’Ue a 27. Ma è solo un esercizio di forma: quel che manca è il contenuto. Il documento di Juncker dimentica ciò che l’Europa dovrebbe fare nell’èra di Trump, della Brexit, del populismo rampante che minaccia la costruzione comunitaria. Difesa comune? Eurobond in cambio di rinuncia alla sovranità economica? Commercio aperto o Buy European? Juncker non si pronuncia. Ha voluto evitare di diventare vittima del “tiro al piccione dei governi”, come ha spiegato al Foglio una fonte europea. Ma non è ciò di cui gli europei hanno bisogno.