Jess Sessions (foto LaPresse)

Anche Sessions finisce nella rete dell'inchiesta sui rapporti con la Russia

Redazione

Il procuratore generale di Trump avrebbe incontrato l'ambasciatore Sergey Kislyak due volte, e avrebbe mentito in Senato durante l'audizione per la sua conferma. Democratici in rivolta

Dopo Michael Flynn scoppia un nuovo caso: anche il ministro della Giustizia Jeff Sessions avrebbe mentito sotto giuramento a proposito dei suoi rapporti con i russi prima dell'insediamento ufficiale del nuovo presidente. Dopo aver fatto esplodere il bubbone che ha portato alle dimissioni di Flynn, ex consigliere per la Sicurezza nazionale fidatissimo di Trump, il Washington Post ha scritto che Sessions avrebbe parlato due volte con l'ambasciatore russo Sergey Kislyak nel 2016, a luglio e a settembre, spergiurando poi durante l'audizione al Senato per la sua conferma quando gli è stato chiesto se sapesse qualcosa su possibili contatti tra il team di Trump e i russi.

Sarah Isgur Flores, la portavoce di Sessions, ha detto che “non c'è stato assolutamente nulla di ingannevole” nella risposta dell'attorney general, in quanto non avrebbe incontrato Kislyak come rappresentante di Trump ma come esponente della commissione per l'esercito del Senato. Niente di anormale insomma, anche perché Sessions l'anno scorso avrebbe intrattenuto dei colloqui con 25 ambasciatori stranieri, da quello britannico a quello coreano. Per saggiare l'abitudine politica generale, il Washington Post ha chiesto a tutti gli altri 26 membri della commissione se hanno incontrato Kislyak nel 2016: 20 hanno risposto di no, gli altri hanno preferito non commentare. Intanto stanotte Sessions ha assicurato in una nota di “non aver mai incontrato funzionari russi per discutere di questioni relative alla campagna elettorale. Non ho idea di cosa si stia parlando. È falso”.



Il New York Times ha fatto il punto dell'immediata rivolta democratica, che punta dritto alle dimissioni del ministro. Per Elijah Eugene Cummings, “è necessaria una commissione indipendente per indagare” sul Russiagate, mentre l'italo-americana Nancy Pelosi, leader della minoranza alla Camera, dice senza mezzi termini che Sessions “non è adatto a ricoprire il ruolo di Procuratore generale del nostro paese e si deve dimettere”. Una delle persone più agguerrite è la senatrice Elisabeth Warren, che parla di “farsa”: “Questo non è normale, non è una fake news. Si tratta di una minaccia molto seria alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti”, ha scritto su Twitter.

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