Quattro leader zoppi a Versailles
Il mini vertice Ue non produce soluzioni. Tutto rimandato
Sono quattro anatre zoppe i leader che si sono riuniti lunedì a Versailles per un mini summit sul futuro dell’Europa. François Hollande tra due mesi uscirà dall’Eliseo umiliato da un mandato disastroso in Francia e da una leadership non pervenuta in Europa. Angela Merkel deve affrontare la sfida inattesa del socialdemocratico Martin Schulz in vista del voto di settembre in Germania. Mariano Rajoy si ritrova alla guida di un governo di minoranza in Spagna. Paolo Gentiloni, malgrado tutta la buona volontà europeista, manca della forza di un mandato popolare e di un’agenda riformatrice. I quattro dicono di voler salvare l’Ue con “più velocità”. Ma la messa in scena di lunedì, con quattro grandi paesi della Vecchia Europa che complottano un futuro comune, aveva anche un altro obiettivo: spaventare i paesi dell’est che pretendono la solidarietà europea sui fondi strutturali, ma non sui rifugiati. Merkel è giunta alla conclusione che la crisi dei migranti ha mostrato i limiti del progetto europeo quando prevalgono i piccoli interessi della politica nazionale.
“Dobbiamo avere il coraggio che alcuni paesi possano avanzare” perché “abbiamo bisogno di un’Europa più coerente”, ha spiegato la cancelliera. Ma Versailles, come il vertice di Roma, non cambierà le cose. Germania e Francia, Italia e Spagna, hanno priorità diverse su cosa debba essere l’Ue. Perfino sulle cooperazioni rafforzate le ambizioni sono minime. “La prima priorità che dobbiamo porre è che l’Europa assicuri la sua protezione e la sua sicurezza”, ha detto Hollande. Sulla Difesa, i 28 lunedì hanno deciso un comando per le missioni di addestramento in Somalia, Mali e Centrafrica, non per le operazioni militari. Finché i quattro leader rimarranno zoppi, non si prenderanno decisioni serie. Il vero appuntamento per il futuro dell’Ue sarà dopo le elezioni in Germania.
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