La Corea scende in piazza dopo la destituzione della presidente Park
I giudici convalidano quasi tutte le accuse contro il presidente. Il paese è spaccato tra sostenitori e oppositori e in migliaia si sono radunati davanti al tribunale di Seul
[Articolo aggiornato in redazione alle 8:50] In Corea del sud gli otto giudici della Corte costituzionale hanno accolto la decisione del Parlamento di mettere sotto impeachment la prima presidente eletta democraticamente nella storia del paese, Park Geun-hye, accusata di corruzione. La decisione dei giudici ha spaccato l'opinione pubblica e subito dopo la sentenza migliaia di persone si sono riversate nelle strade di Seul, soprattutto davanti alla sede del tribunale dando vita a manifestazioni – arginate da un impiego massiccio delle forze dell'ordine – da una parte chi sostiene Park e dall'altra i suoi oppositori. L'agenzia coreana Yonhap ha dato anche la notizia di due persone morte nel corso della manifestazione.
La sentenza della Corte arriva dopo mesi di tensione politica nel paese, iniziata con la sospensione di Park dopo il voto parlamentare dello scorso dicembre e con il passaggio dei suoi poteri al primo ministro, Hwang Kyo-ahn. Con la sentenza di oggi il paese dovrà tornare al voto entro gli inizi di maggio mentre Park perderà la sua immunità e dovrà difendersi davanti ai giudici. La decisione mette anche sotto accusa gli stretti legami intrattenuti fino a oggi tra il mondo della politica e i chaebols, potenti gruppi di affari che esercitano una forte influenza sul governo del paese e che sono stati accusati in molte delle manifestazioni dell'opposizione a Park.
Park è stata ritenuta colpevole dalla Corte di aver messo "in serio pericolo lo spirito della democrazia e dello stato diritto" nel paese, come ha detto la giudice Lee Jung-mi nella lettura della sentenza. Park ha permesso a una sua stretta amica, Choi Soon-sil, di intromettersi segretamente negli affari politici e di avere diffuso dei documenti riservati. Choi, arrestata alla fine dello scorso anno, sarebbe stata una sorta di burattinaia di Park per anni, influenzando la politica si Seul e pilotando l'utilizzo di forti somme di denaro. L'ambasciatore americano in Corea, Alexander Vershbow, la definì il "Rasputin coreano" mentre il Partito democratico coreano ha parlato di Choi come una sciamana che ha fatto "il lavaggio del cervello" a Park. Una volta scoperta, la presidente ha sempre negato le accuse e anzi ha attaccato duramente i suoi oppositori. La Corte ha invece assolto Park da altre accuse che la riguardavano, come quella di avere limitato la libertà di stampa creando una lista nera dei media, e quella di inazione in seguito al disastro del naufragio di Sewol, in cui morirono centinaia di persone.