Donald Trump (foto LaPresse)

Le Hawaii bloccano il secondo muslim ban di Trump

Redazione

Il giudice federale delle Hawaii contro "l'intento discriminatorio" dell'ordine esecutivo, che avrebbe danneggiato il territorio in vari modi. Trump: "Abuso senza precedenti, andrò in Corte suprema"

Il giudice federale delle Hawaii Derrick K. Watson ieri ha bloccato su scala nazionale la seconda versione del muslim ban di Donald Trump. Il provvedimento sarebbe dovuto entrare in vigore oggi. Nella motivazione di 43 pagine, Watson ha scritto che l'ordine esecutivo conterebbe una “discriminazione religiosa” in contrasto con la costituzione americana e danneggerebbe il territorio a livello di turismo, studio e lavoro. Doug Chin, l'attorney general delle Hawaii, ha spiegato il concetto ancora più chiaramente: “Nessun presidente può emettere un ordine che discrimina le persone in base alla loro nazionalità o alla loro religione”.

 

La seconda versione del bando, definita “annacquata” dallo stesso Trump, aveva sospeso per 120 giorni il programma per i nuovi rifugiati e per 90 giorni l'emissione di nuovi visti per sei paesi a maggioranza musulmana, cioè Libia, Siria, Sudan, Yemen, Somalia e Iran. Il nuovo ordine esecutivo risparmiava l'Iraq e le persone con un visto o un permesso di soggiorno regolare. E per bypassare le motivazioni delle sentenze contrarie al muslim ban, Trump aveva tolto i riferimenti alle minoranze religiose. Ma per il giudice Watson, che probabilmente ha anticipato le medesime decisioni in serbo in Maryland e nello stato di Washington, al di là del linguaggio più morbido l'intento discriminatorio è lo stesso.

Da Nashville, in Tennessee, nel corso di un incontro pubblico Trump ha promesso battaglia, definendo la decisione un “abuso giudiziario senza precedenti”. Il presidente ha detto con toni altisonanti che se necessario arriverà fino alla Corte suprema: “Dovremmo tornare al primo (ordine esecutivo) perché ne abbiamo bisogno, e vinceremo”.

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