Emmanuel Macron (foto LaPresse)

Rinnovare secondo Macron

Redazione

Il candidato di En Marche! esclude accordi d’apparato. La strategia elettorale

Emmanuel Macron si è presentato ieri nel suo quartier generale per spiegare come si sta preparando a formare il governo e a stilare le liste per le legislative. Tra le critiche principali che vengono rivolte al candidato di En Marche! alle presidenziali francesi c’è quella di non avere un partito, una struttura. Può fare l’exploit per l’Eliseo, ma poi governare è tutta un’altra faccenda, ci vuole una maggioranza. Macron ha risposto dicendo che vuole un rinnovamento dei volti della politica. 14 mila persone si sono presentate per essere scelte tra i 577 candidati che En Marche! presenterà alle legislative – almeno metà provenienti dalla società civile – e questa per Macron è una conferma del suo progetto post partiti tradizionali: rigenerare la politica, con una selezione seria, senza affidarsi agli apparati esistenti.

 

 

Poiché a sinistra dicono che Macron è di destra e a destra che è di sinistra, il leader di En Marche! ha ribadito di non volersi affidare alla struttura di nessuno dei partiti esistenti, nemmeno per il suo esecutivo. Ma saranno esclusi ministri influenti come Le Drian, esperto di sicurezza e il primo esponente di spicco del governo ad averlo sostenuto? Rinnovamento è rinnovamento. Qualche nome forse ora circolerà, Macron sogna un premier donna, ma l’obiettivo dei prossimi 25 giorni è quello di convincere i francesi “nel profondo”, “con umiltà”, senza dare nulla per scontato. Bisogna investire sulle idee e non “commentare ogni momento l’attualità”, ha detto Macron – a tutti i presenti è venuto in mente che in effetti dopo la gaffe la-Guyana-è-un’isola conviene essere cauti con le dichiarazioni. Ma agli scettici, a chi ripete che l’elettorato macroniano è volatile e volubile lui risponde: nessuno attira consensi e cresce come noi, siamo i veri militanti di Francia.

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