Russia e Iran condannano il bombardamento. Assad: “Attacco folle e irresponsabile”
Per Mosca e Teheran di tratta di un'azione unilaterale pericolosa. Il ministero degli Esteri russo Lavrov: “Un'aggressione come l'invasione dell'Iraq nel 2013”. E chiede una riunione straordinaria del consiglio di Sicurezza dell'Onu
La decisione del presidente americano Donald Trump di lanciare 59 missili nella notte contro la base siriana da cui è partito l'attacco chimico contro la zona di Idlib martedì scorso ha portato a reazioni di condanna dal parte del regime di Damasco e dei suoi alleati, Russia e Iran. Per il presidente Bashar el Assad, l'attacco americano è "folle" e "irresponsabile". E "rivela scarsa
lungimiranza e cecità politica e morale di fronte alla realtà".
Per il presidente Vladimir Putin, l'azione americana "è un'aggressione contro una nazione sovrana", "fuori contesto" e un tentativo cinico di distrarre il mondo dalle morti di tanti civili in Iraq. Le accuse, rivolte per bocca del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, tengono anche conto dell'autonomia con cui la Casa Bianca ha deciso di attaccare Assad, senza consultare la Russia. Anche se, ha detto ieri sera Trump, i missili Tomahawk hanno colpito una sezione della base di Shayrat dove non c'erano soldati russi, Trump non ha chiesto l'approvazione del principale sostenitore del presidente Bashar el Assad. Come prima reazione concreta all'attacco Mosca ha annunciato la decisione di sospendere il memorandum con la coalizione internazionale a guida Usa per la prevenzione degli incidenti e sulla garanzia della sicurezza dei voli nei cieli siriani.
Per il ministero degli Esteri russo Sergei Lavrov quello americano “è un atto di aggressione con un pretesto del tutto forzato che ricorda la situazione del 2003, quando gli americani e britannici, con alcuni alleati, hanno invaso l'Iraq”. Anche per questo chiede la convocazione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell'Onu "per discutere la situazione" dopo la "totale violazione della legge internazionale".
La condanna dell'Iran. Dopo la missione di stanotte, l'Iran ha dichiarato tramite l'agenzia di stampa Isna che "condanna l'uso di armi chimiche ma allo stesso tempo si oppone a questo tipo di attacchi unilaterali che rischiano di rafforzare i terroristi in Siria e complicare la situazione nel paese e nella regione".
Gli “equilibrismi” cinesi. L'attacco è stato lanciato mentre Trump incontrava il presidente Xi Jinping negli Stati Uniti. Dalla delegazione cinese nessun commento. Parla invece da Pechino il portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying che dopo aver spiegato che la Cina deplora "l'uso di armi chimiche da parte di qualsiasi paese, organizzazione o individuo, in qualsiasi circostanza e per qualsiasi scopo" invita ad evitare un "ulteriore deterioramento" della situazione in Siria. Insomma non una condanna esplicita dell'attacco aereo anche se viene ribadita l'opposizione all'"uso della forza".
La mossa di Trump ha colto di sorpresa lo stesso Congresso degli Stati Uniti che non è stato consultato per l'approvazione dell'attacco. "Lavoreremo col presidente, ma la sua rinuncia a cercare l'approvazione del Congresso è illegale", ha dichiarato il senatore democratico Tim Kaine. Ora, secondo fonti diplomatiche sentite dall'agenzia di stampa Reuters, il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite dovrebbe avviare delle consultazioni a porte chiuse sulla situazione in Siria a partire da oggi.
Sui danni causati dai missili americani nella base siriana non esistono ancora dati certi. Le agenzie di stampa russe riferiscono che tutti gli aerei sono stati messi fuori uso ma che non ci sono vittime tra i soldati di Mosca presenti nella caserma. L'Osservatorio siriano per i diritti umani parla di almeno 4 militari dell'esercito siriano uccisi nell'attacco.