I falchi di Trump
Il presidente raduna i senatori alla Casa Bianca e si circonda di voci aggressive per affrontare la Corea del nord
L’inusuale adunata dell’intero Senato americano alla Casa Bianca per un briefing sulla Corea del nord è il modo con cui Donald Trump esibisce un senso di urgenza. Oggi alle 15 locali i cento senatori ascolteranno i vertici della diplomazia e della gerarchia militare sulle tensioni con il regime di Pyongyang, e l’identica operazione avrebbe potuto tranquillamente svolgersi in un’apposita aula di Capitol Hill, ma simbolicamente non sarebbe stata la stessa cosa. Di fronte al crescere delle tensioni internazionali, Trump raduna tutti attorno a sé per mostrare che fa sul serio, non come quando ha dirottato la portaerei in funzione deterrente verso la penisola coreana mentre questa invece andava verso un’esercitazione in acque australiane. Il presidente non ha parlato dell’arresto di Tony Kim, professore americano fermato nella capitale del regime, ma i rappresentanti dell’Amministrazione hanno detto che la manovra per alzare la posta “non funzionerà”. L’esercitazione dell’artiglieria confermata ieri da Pyongyang è l’ennesima risposta in uno schema di provocazioni che comprende anche l’arrivo di un sottomarino nucleare Usa in Corea del sud. Per la gestione del dossier, l’erratico Trump si sta sempre più spesso circondando di falchi, a partire dai senatori Lindsey Graham e John McCain, improbabili alleati trumpiani che tornano in auge quando serve una postura aggressiva. Dopo un incontro con il presidente, Graham ha spiegato che la soluzione diplomatica mediata dalla Cina è la strada maestra, ma Trump non lascerà che la Corea si doti di un missile nucleare in grado di colpire l’America.
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