Macron trionfa nel confronto con Le Pen e prova a convincere gli indecisi
Fallisce la tattica di Marine, alla ricerca dell'insulto e dell'attacco frontale. Scivoloni su euro e finanza. Per i sondaggi, il vantaggio del centrista è destinato ad aumentare
Un dibattito violento tra candidati agli antipodi, quello che ieri sera ha visto uno di fronte all'altro i due sfidanti per l'Eliseo, Emmanuel Macron e Marine Le Pen. In ballo c'era il 18 per cento di quegli elettori che, stando ai sondaggi, è ancora indeciso. Secondo il sondaggio condotto dall'emittente BFMTV, ad aggiudicarsi i favori dei più titubanti è stato il candidato centrista, con il 63 per cento di consensi raccolti subito dopo il confronto. Il vantaggio di Macron, che era già largo, si rafforza ulteriormente in vista del voto di domenica e sempre secondo i dati di gradimento del pubblico potrà fare affidamento su un sostegno trasversale dell'elettorato. Il 58 per cento di coloro che al primo turno hanno votato per il candidato di sinistra Jean-Luc Mélenchon voterà per En Marche!; così come farà il 58 per cento di chi ha sostenuto il repubblicano François Fillon.
Le Pen ha tentato di "aggredire" il rivale, con toni a tratti insultanti per cercare apertamente l'attacco frontale. Così Macron è stato etichettato dalla candidata del Front National come "il candidato della globalizzazione". Se il leader di En Marche! vincesse, ha continuato Le Pen, la sua Francia sarebbe amministrata come in "una stanza di trading, dove ognuno si batte per i propri interessi". "Davanti a me siede la sacerdotessa della paura", ha risposto Macron. E in effetti gli attacchi di Le Pen sono più volte apparsi vani, mai in grado di centrare l'obiettivo e mai accompagnati da controproposte credibili. Macron non ha faticato troppo a smontare le teorie di Le Pen, in particolare quelle sulla finanza e sull'euro, troppo confuse. Due i punti su cui Le Pen è in parte riuscita a scalfire la serenità del rivale. Sulla disoccupazione – in Francia è al 10 per cento – il centrista ha ammesso che il governo non è riuscito ad affrontarla nel modo più efficace e Le Pen ha avuto gioco facile nel chiedere le ragioni di tale fallimento, considerando che il rivale ha guidato il ministero dell'Economia per anni. E poi sulla sicurezza e l'immigrazione, dove Macron è stato accusato ancora una volta di essere troppo morbido nei confronti della minaccia islamista. "Sicurezza e terrorismo sono due tra i temi principali e sono completamente assenti dal tuo programma", ha detto la leader del partito nazionalista. "Eradicare" l'islam – ha replicato Macron – con l'espulsione degli imam e la chiusura delle moschee farà solo il gioco dei terroristi e fomenterà il loro desiderio di una "guerra civile".
Ma è sull'euro e la finanza che la sovranista ha consumato la propria sconfitta: se da una parte ha ribadito la volontà di indire un referendum sulla moneta unica, dall'altra ha anche proposto di tornare alla valuta nazionale, dando però alle banche e alle imprese la possibilità di scegliere di usare anche l'euro. "Una cosa senza senso", ha ribattuto Macron. "Come può una grande impresa pagare in euro da una parte e allo stesso tempo in un'altra valuta per gli stipendi dei dipendenti?".