C'è un po' di confusione sul rilascio delle ragazze rapite da Boko Haram
Il governo nigeriano diffonde sui social network i nomi delle giovani liberate. Che è un metodo insolito visto che a Chibok internet non è per niente diffuso e molti genitori sono ancora senza notizie delle loro figlie
Pian piano, su Twitter, l'ufficio del presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, sta pubblicando i nomi delle 82 ragazze di Chibok liberate nei giorni scorsi da Boko Haram. 276 ragazze cristiane, più di 3 anni fa, sono state rapite dal gruppo terroristico islamico Boko Haram mentre si trovavano nella scuola secondaria di Chibok, nello stato del Borno. 57 sono riuscite a scappare nei due mesi successivi, altre hanno cominciato a essere liberate nel corso del tempo. Domenica ne sono state liberate in blocco 82, condotte in aereo nella capitale del paese, Abuja.
Non è chiaro, finora, se il governo stia informando le famiglie delle ragazze in altri modi oltre a Twitter. Il problema è che, a Chibok, nel nord-est del paese, non tutti hanno accesso ai social media o a internet. Non è nemmeno chiaro che cosa ne sarà di queste 82 ragazze ora che sono nelle mani del governo. Esiste un precedente che giustifica l'incertezza sulla sorte delle giovani: 21 ragazze rilasciate lo scorso anno sono ancora ad Abuja, ufficialmente stanno ricevendo "assistenza psicologica" e non è ancora stato permesso loro di tornare dalle proprie famiglie.
Più di 100 delle 276 ragazze rapite ad aprile 2014, che ormai hanno circa 20 anni, sono ancora in mano a Boko Haram insieme a diversi altri ostaggi, maschi e femmine, di cui molti sono bambini. Negli ultimi anni, molti di questi sono stati obbligati dal gruppo a compiere attentati suicidi nelle zone più affollate del paese per farsi esplodere, uccidendo se stessi e centinaia di altri civili.