Se Elisabetta non mette piede in Israele
I reali inglesi in 70 anni non hanno mai visitato lo stato ebraico
Il Foreign Office britannico avrebbe annullato i preparativi della prevista storica visita in Israele del principe Carlo, che avrebbe dovuto essere il primo membro della famiglia reale inglese a fare una visita di stato in Israele sin dalla sua nascita, nel 1948. Il quotidiano inglese Sun ha riferito domenica che la visita è stata annullata per evitare di “turbare” i paesi arabi che spesso ospitano membri della famiglia reale britannica e con cui l’Inghilterra intrattiene proficui rapporti commerciali. I preparativi per la visita di Carlo avevano avuto inizio lo scorso marzo quando il presidente israeliano Reuven Rivlin aveva invitato la famiglia reale a visitare Gerusalemme in occasione del centenario della Dichiarazione Balfour (2 novembre 1917). Il principe Carlo avrebbe anche visitato le tombe dei 16 mila soldati britannici morti nella campagna del 1917 per conquistare la Terra d’Israele/Palestina all’Impero Ottomano. Nonostante i numerosi inviti, nessun rappresentante della monarchia britannica ha mai compiuto una tale visita dalla nascita di Israele, con la fine del Mandato britannico, benché nel frattempo la Corona abbia visitato praticamente ogni altro paese del mondo e tutti i paesi arabo-islamici della regione.
Perché il veto vale soltanto per Israele, quando anche l’Egitto ha un ambasciatore a Tel Aviv? Soltanto il pregiudizio può spiegare un simile doppio standard. La presenza del principe Carlo ai funerali del presidente Shimon Peres lo scorso anno e del primo ministro Yitzhak Rabin nel 1994 non sono considerate visite reali ufficiali e non comprendevano incontri diplomatici. Lo stesso vale per una breve visita nel 1994 di suo padre, il principe Filippo, per una cerimonia in commemorazione di sua madre, Alice di Battenberg, sepolta sul Monte degli Ulivi di Gerusalemme. Sotto le bombe naziste di Londra e di Coventry, la regina Elisabetta sfidò il pericolo, mentre le sirene continuamente annunciavano il minaccioso arrivo dei bombardieri tedeschi. Ma mettere piede nello stato ebraico sembra richiedere oggi un coraggio persino maggiore. Assurdo e triste.
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