Edouard Philippe, nuovo primo ministro francese (foto LaPresse)

Chi sono i ministri del nuovo governo francese e quali dossier hanno sul tavolo

Redazione

Nove uomini e nove donne e un’età media di 54 anni. Ai socialisti due dicasteri chiave: Collomb e Le Drian prendono l’Interno e gli Esteri. La destra - oltre al premier Philippe - si aggiudica l'Economia, che va a Le Maire e le Finanze a Darmanin

Il segretario generale dell’Eliseo, Alexis Koher, ha annunciato oggi la composizione del governo di Edouard Philippe. Una squadra mista, con 18 tra ministri di destra e di sinistra, nove uomini e nove donne e un’età media di 54 anni. Ai socialisti vanno due dicasteri chiave: Gérard Collomb e Jean-Yves Le Drian prendono l’Interno e gli Esteri. La destra - oltre al premier Philippe - si aggiudica l'Economia, che va a Bruno Le Maire e le Finanze (Conti pubblici) a Gérald Darmanin. 

 

Domani alle 11 si terrà il primo Consiglio dei ministri, alla presenza del capo di stato francese Macron. Per il ruolo di primo ministro, il nuovo presidente francese ha scelto Edouard Philippe, che è stato nominato lunedì.

     

Gérard Collomb, ministro dell’Interno
Figura dell'ala social-liberale del partito socialista. Supporter della prima ora di Emmanuel Macron, il senatore e sindaco di Lione ha sostenuto l'ascesa del futuro presidente quando era ancora ministro dell'Economia di François Hollande. La differenza di età tra i due uomini (39 e 69) e la vicinanza della loro posizione politica li fa passare per padre (spirituale) e figlio, scrive il Figaro, anche se Collomb si considera un consulente che "condivide la sua esperienza", 50 anni di vita politica: Collomb ha cominciato a militare con Mitterrand nel 1968. Nel 1981, a 34 anni, è diventato deputato del Rodano. Nel 1999, ha cambiato Assemblea, diventando senatore. A Lione, aveva assunto nel corso degli anni il ruolo di leader dell'opposizione comunale, fino al 2001, quando ha preso le redini del comune. Se è riuscito a ritagliarsi un piccolo impero nel Rodano, non si era però mai affermato a livello nazionale: nessun ministero nel suo curriculum.

  

François Bayrou, ministro della Giustizia
Un centrista. Fin dai suoi inizi in politica, François Bayrou ha scelto di correre con i colori della liberal-democratica Unione per la democrazia francese ( Udf), il partito partner del Rpr di Jacques Chirac. Nato a Bordères (Pyrénées-Atlantiques), è stato eletto consigliere del dipartimento nel 1982. Ministro della Pubblica Istruzione (1993-1997) e presidente della Udf (1998-2007) e poi fondatore del MoDem (dal 2007). Ogni passo di questa ascesa è stata accompagnata da una candidatura presidenziale. La rinuncia a favore di Emmanuel Macron nel 2017 è stata un “sacrificio”, ma gli ha permesso di rilanciare la sua carriera politica in declino. Le sovraffollate carceri francesi saranno tra le prime grandi emergenze che il nuovo ministro della Giustizia dovrà affrontare. Dovrà nominare un direttore dell'amministrazione penitenziaria, in seguito alle dimissioni, il 31 marzo, di Philippe Galli.
  

Nicolas Hulot, ministro della Transizione ecologica e solidale
L'ex conduttore televisivo, che ha contribuito a diffondere tra il pubblico francese l’attenzione alla tutela dell'ambiente e la lotta al riscaldamento globale, era stato corteggiato anche dal governo Hollande ma senza successo. L'enfasi posta da Macron sul rinnovamento, sulla partecipazione della società civile nelle decisioni e sulla transizione energetica, infine, hanno convinto il 62enne Hulot. Ma ora le cose inizieranno a farsi più difficili. Ecologista dietro la macchina da presa, Hulot sarà ora dall’altra parte della barricata, dove il negoziato, il compromesso, le battute d'arresto e gli attacchi sono il pane quotidiano. I suoi avversari ricorderanno che alcune aziende come Edf o L'Oreal, spesso bersaglio degli ambientalisti, sostengono la sua fondazione. Dopo l'incidente di Fukushima in cui ha chiesto "il ritiro dal nucleare", Hulot questa volta dovrà difendere la tabella di marcia di Macron che sostiene il settore.
 
Sylvie Goulard , ministro della Difesa
La giurista cattolica Sylvie Goulard sperava almeno di aggiudicarsi il dicastero degli Affari europei. Sarà invece ministro della Difesa, una posizione piuttosto inaspettata visto il suo profilo e la sua vicinanza – rivendicata – a Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze di Angela Merkel. Marsigliese, poliglotta e convinta che la rifondazione dell’Europa passi per un rinnovamento del rapporto con la Germania, l’eurodeputata del MoDem è una nuova arrivata sulla scena del governo ma, in 52 anni, ha accumulato un grande bagaglio di esperienza europea. Goulard ha aderito a En marche! nel 2016, molto prima che venisse siglata l'alleanza tra Macron e il fondatore del MoDem, François Bayrou, nel febbraio scorso. Federalista di lunga data, sa che quest’etichetta non è facile da portare in un momento politico dove crescono i movimenti euroscettici. “Al di là del dibattito sulle strutture, l'idea è quella di ripristinare la fiducia, per portare serenità nel dibattito sull'Europa”, ha dichiarato. “L'obiettivo è anche quello di far avanzare la difesa europea, gestire al meglio i nostri confini e andare verso l’equità nel commercio”.
 
Jean-Yves Le Drian, ministro per l'Europa e gli Affari esteri
Ministro della Difesa nel governo uscente, Jean-Yves Le Drian è stato appena rinnovato dal nuovo esecutivo e sarà il nuovo titolare del Quai d'Orsay. Continuità logica e attesa, visto l'apprezzamento ampio e bipartisan per il ministro socialista. Prima di essere nominato al governo nel 2012, il quasi settantenne bretone ha avuto una lunga carriera politica. La Costituzione della Quinta Repubblica conferisce un ruolo centrale al Capo dello stato nella formulazione e nella conduzione della politica estera, ricorda il Monde. Emmanuel Macron, che ha più volte detto che sarà "un presidente che presiede", lo farà assieme a Le Drian. Europa e guerra al terrorismo sono le priorità. A partire dalla "rifondazione" del motore franco-tedesco chiesta da Macron.

 

Bruno Le Maire, ministro dell'Economia 
La sera dell'elezione di Macron, è stato il tenore di centrodestra che ha fatto le offerte più insistenti. Bruno Le Maire, 48 anni, vince così un importante ministero. Non sarà la prima esperienza di governo per Bruno Le Maire, già all'Agricoltura durante il quinquennio di Nicolas Sarkozy. Per anni, Bruno Le Maire è stato l'ombra di Dominique de Villepin. Nel 2003, i francesi non lo sanno ancora, ma il capo di gabinetto del ministro degli Esteri è una parte essenziale dell’opposizione della Francia alla guerra in Iraq. Se il nuovo inquilino di Bercy, eredita una francia in migliore salute economica che nel 2012, dovrà di qui in avanti affrontare molti problemi. Nel 2017, la Francia dovrebbe trovare "un ritmo (di crescita, Ndr) paragonabile a quella dei suoi vicini, dopo tre anni di crescita inferiore rispetto alla zona euro", ha dichiarato l’istituto statistico francese a marzo. Ma con una previsione dell’1,3 - 1,5 per cento all'anno (contro lo 0,2 per cento nel 2012), la crescita tricolore continua ad essere lenta. Il tasso di disoccupazione dovrebbe raggiungere il 9,5 per cento in Francia a metà del 2017, la riduzione del deficit pubblico resta ipotetica e le aziende lottano per migliorare la bilancia commerciale. Nel tentativo di ristabilire l'equilibrio, il nuovo governo dovrebbe estendere il “credito d'imposta per la competitività e l'impiego” e semplificare, tagliando le spese. Un modo, secondo Macron, di rendere più competitive le imprese e consentire loro di assumere.

  

Marielle de Sarnez, ministro per l'Europa e ministro degli Esteri per gli affari europei  
Figlia del deputato Olivier, Marielle de Sarnez, 66 anni, non è una nuova arrivata alla politica. Vice-presidente del MoDem e braccio destro di François Bayrou a lungo, siede al Parlamento europeo ininterrottamente dal 1999. Entrata in politica nel Udf per sostenere la campagna di Valery Giscard d'Estaing nel 1978, prende rapidamente piede nel partito, e consiglia diversi leader del movimento centrista. Consiglia Bayrou, prima di diventare il suo capo di stato maggiore tra il 1993 e il 1997, quando è il Ministro della Pubblica Istruzione. Eletta nel Consiglio di Parigi, è coinvolta nella campagna Bayrou nel 2007, e ha fondato il MoDem con lui.
  
Richard Ferrand, ministro della Coesione territoriale 
È un uomo chiave per Macron. A 54 anni, Richard Ferrand è il primo socialista parlamentare ad aver aderito a En Marche!. Il segretario generale del movimento è stato il portavoce del candidato sul territorio e nei media. Finora poco conosciuto, e poco sfruttato dal PS, è da tempo nel panorama politico francese.
  
Agnès Buzyn, ministro delle Solidarietà e della Salute
Una professionista sanitaria dalla brillante carriera prende le redini della politica sanitaria in Francia. Cinquantaquattro anni, Buzyn è un medico ematologo e professore di medicina presso l'Università Pierre e Marie Curie di Parigi. Dal marzo 2016, è capo del servizio sanitario, la prima donna in quella posizione. In precedenza ha diretto per cinque anni il National Cancer Institute. Nel governo, rappresenta la società civile. Tra le sfide da affrontare, le disuguaglianze sanitarie, l’aumento della presenza dei pazienti nelle istituzioni sanitarie, l’estensione di una politica di trasparenza e la lotta contro il conflitto di interesse nel mondo della salute.

 
Françoise Nyssen, Ministro della Cultura  
CEO di Actes-Sud, Françoise Nyssen fa parte dei ministri della società civile, tanto cari a Emmanuel Macron. Nata in Belgio nel 1951, ha una formazione scientifica, ma ha collaborato con il padre Hubert Nyssen che ha creato Actes Sud. Nel 1980 entra a far parte del mondo dell'editoria, prima come socio e amministratore delegato della Cooperativa Editrice Paradou e dal 1987 come partner e ad di Actes Sud, da allora è diventata uno le più prestigiose case editrici francesi, con sede a Arles.
      
Muriel Pénicaud, ministro del Lavoro  
Patron di Business France dal gennaio 2015, Muriel Pénicaud difende anche da tre anni a questa parte gli interessi economici della Francia all'estero come "ambasciatore delegato per gli investimenti internazionali." Due missioni su misura per l'ex dirigente aziendale che combina più di dieci anni di esperienza in grandi gruppi internazionali. Ex direttore generale delle risorse umane del Gruppo Danone, 2008-2013, e vice direttore del gruppo Dassault Systèmes dal 2002 al 2008. Muriel Pénicaud può anche vantare una grande esperienza nel settore pubblico. E’ stata consulente per la formazione con il ministro del Lavoro Martine Aubry, dal 1991 al 1993, primo presidente dell'Istituto Nazionale del Lavoro, occupazione e formazione professionale, dal 2006 al 2009, e membro della Alto Consiglio per il dialogo sociale nel 2009. Nel 2014 ha confidato al quotidiano Les Echos la sua visione del managment: "Il filo rosso di una governance al passo con i tempi è la scommessa di una convergenza dei risultati economici, sociali e aziendali”. Adesso domanda è se troverà le parole giuste - in particolare nei confronti dei sindacati – per riformare il codice del lavoro. La sfida è immensa.
   
Jean-Michel Blanquer, Ministro della Pubblica Istruzione
Amministratore Delegato di ESSEC Business School dal 2013, Jean-Michel Blanquer è associato di diritto pubblico, dottore in legge, laureato in Filosofia e Scienze Politiche. A 52 anni, ha lasciato la guida dell’Istituto di studi avanzati dell'America Latina prima di diventare rettore dell'Accademia della Guyana, e nel 2006 vice direttore del gabinetto di Gilles de Robien, allora ministro della Pubblica Istruzione. Rettore dell'Accademia di Créteil tra il 2007 e il 2009. Nominato direttore generale dell'istruzione scolastica (DGESCO) al Ministero della Pubblica Istruzione 2009-2012. Sulla scrivania di Jean-Michel Blanquer, i dossier sono già stipati. Il trentatreesimo ministro della Pubblica Istruzione non ha tempo da perdere, alcuni arbitrati devono essere presi entro tre mesi.

   

Jacques Mézard, Ministro dell'Agricoltura e dell'Alimentazione  
Pilastro del Partito della Sinistra Radicale al Senato. Eletto senatore la prima volta nel settembre 2008, è stato rieletto nel 2014. Jacques Mézard eredita un portafoglio molto sensibile. Tanti agricoltori sono penalizzati dai prezzi non remunerativi. La caduta del reddito medio degli agricoltori, quasi un quarto di quello previsto per l'anno 2016, lo prova. E le domande sul loro futuro e sul futuro dell'agricoltura francese sono pressanti. I produttori di latte, prima di tutti, soffrono da più di due anni un forte calo dei prezzi, legato ad una sovrapproduzione europea. Stessa sorte per gli allevatori. In questo contesto surriscaldato, i ritardi nei versamenti degli aiuti hanno generato forti tensioni.
   
Gérald Darmanin, Ministro d'Azione e Conti Pubblici  
A 35 anni è una delle speranze della destra. Eletto deputato nel 2012 e sindaco di Tourcoing nel 2014, Gérald Darmanin è vicino a Xavier Bertrand e divenne il pupillo di Nicolas Sarkozy del quale era il portavoce nella campagna per la presidenza dell'Ump nel 2014. Ha difeso la firma di un concordato con l'Islam si è pronunciato per l’abrogazione del matrimonio gay.
   
Frédérique Vidal, ministro dell'Istruzione superiore, della Ricerca e Innovazione 
È uno dei ministri della società civile. Ancora sconosciuto al grande pubblico, questo professore universitario in biologia conosce bene il mondo accademico. Dopo un Master di Biochimica e un Diploma di Studi Avanzati (DEA) in virologia presso l'Istituto Pasteur, ha completato un dottorato in Biologia. Ha presieduto da Aprile 2012 Università di Nizza-Sophia Antipolis, dove era docente dal 1995.
 

Annick Girardin, Ministro dell’Oltremare
Membro del Partito della Sinistra Radicale (Prg), Annick Girardin era diventata nel 2014 il Segretario di stato per lo Sviluppo e la Francofonia. nel governo precedente era il Ministro della funzione pubblica. Aveva chiamato al voto "utile" a favore di Emmanuel Macron al primo turno delle elezioni presidenziali.

 
Laura Flessel ministro dello Sport
Debuttante in politica, Laura Flessel è un ex campionessa di scherma. Nato a Pointe-à-Pitre, il ministro ha vinto numerosi premi, tra cui due medaglie d'oro alle Olimpiadi del 1996, un Campionato europeo e sei campionati del mondo individuale e di squadra. Nominata al Consiglio, economica, sociale e ambientale, e il Consiglio nazionale dello Sport nel 2013.

 

Elizabeth Borne, ministro della Transizione ecologica responsabile per i Trasporti  
Responsabile per i trasporti nel nuovo governo, Elizabeth Borne si è occupata fino ad ora di presiedere la RATP, la linea di trasporti parigini. Ingegnere civile, ha già fatto il suo debutto in diversi dipartimenti.

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