Le tre possibili strategie di Trump per uscire dall'accordo di Parigi sul clima
Già iniziate le consultazioni con gli alti funzionari sul processo di uscita. L’abbandono dell’accordo è la mossa più forte che il presidente americano può intraprendere per allontanarsi dall'eredità di Obama
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrebbe deciso di tirarsi fuori dall’accordo di Parigi sulla riduzione dei cambiamenti climatici, sottoscritto da Barack Obama durante la Cop 21 due anni fa e che dovrebbe entrare in vigore nel 2020. Secondo il sito d’informazione Axios, due fonti vicine all’Amministrazione Trump avrebbero dichiarato che il presidente ha già iniziato la consultazione con gli alti funzionari sul processo di uscita. Molti media americani stanno rilanciando la notizia, in particolare Abc e Cbs, che confermano le indiscrezioni con proprie fonti alla Casa Bianca. E su Twitter il presidente scrive: "Annuncerò la mia decisione sugli accordi di Parigi nei prossimi giorni, faremo l'America di nuovo grande".
I will be announcing my decision on the Paris Accord over the next few days. MAKE AMERICA GREAT AGAIN!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 31 maggio 2017
Axios, il sito di Mike Allen – generalmente ben informato – avverte però che i dettagli verranno elaborati da una piccola squadra, tra cui il il numero uno dell'Agenzia per la protezione ambientale (Epa) Scott Pruitt, che starebbe ancora decidendo in quale modo ritirare l’adesione. Trump potrebbe avviare un ritiro pieno e formale, che potrebbe richiedere 3 anni e che non si concluderebbe prima di novembre 2020. Secondo i termini dell'accordo, infatti, nessun Paese può inviare richiesta di recesso fino a tre anni dopo l'entrata in vigore dell'accordo, il 4 novembre 2016. Oppure Trump potrebbe dichiarare che quello di Parigi è in realtà un trattato legale che richiede l'approvazione del Senato. Con una votazione contraria, Trump avrebbe quindi il sostegno istituzionale per non rispettare l'accordo. Una lettera che 22 senatori repubblicani (tra cui il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell) hanno inviato al presidente questa settimana in cui lo esortano a ritirarsi dall'accordo, aumenta le probabilità di questa ipotesi. Trump potrebbe infine ritirare gli Stati Uniti dal trattato che sostiene l'accordo di Parigi, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Questa sarebbe l'opzione più estrema perché porterebbe gli Stati Uniti fuori da tutta la diplomazia globale sul clima.
L’abbandono dell’accordo sarebbe la mossa più forte che Trump può intraprendere per allontanarsi dall'eredità del suo predecessore, Barack Obama, che considerava i cambiamenti climatici come una priorità assoluta e l'accordo tra i suoi più grandi successi. Il rischio però è di minare anche le ambizioni della convenzione, che è stata firmata da altri 195 paesi. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, martedì scorso in un intervento alla New York University, aveva dichiarato che è "assolutamente essenziale" attuare l’accordo di Parigi, prima che gli Stati Uniti abbandonino il patto. “Se un governo dubitasse della necessità dell’accordo, questa sarebbe la ragione per tutti gli altri governi di essere ancor più uniti e rimanere in corsa”, ha spiegato l’ex primo ministro portoghese.
I will make my final decision on the Paris Accord next week!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 27 maggio 2017
Di rientro dal vertice G7 di Taormina, Trump aveva annunciato in un tweet che avrebbe deciso la prossima settimana se far uscire gli Stati Uniti dall'accordo. Lo stesso direttore della comunicazione strategica della Casa Bianca, Hope Hicks, ha risposto ad Axios: "Credo che il suo tweet sia chiaro e che deciderà questa settimana". Sul tema l’Amministrazione appare spaccata: lo chief strategist, Steve Bannon, è d'accordo a stracciare l’accordo mentre la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner, con cui Trump ha trascorso gli ultimi giorni nel suo primo viaggio internazionale, puntano a restare nell'intesa.