Il premier finlandese Juha Sipilä

Contro il populismo - versione Finlandia

Redazione

Il governo di Helsinki rompe con i Veri finlandesi sempre più radicali

Il complotto democratico contro i populisti antieuropei ieri ha fatto un’altra vittima. In Finlandia, il primo ministro Juha Sipilä ha annunciato la fine dell’alleanza di governo del suo Partito di centro e dei conservatori di Coalizione nazionale con i Veri finlandesi. Questi ultimi, che nel 2015 erano diventati il terzo partito sulla base di un programma critico dell’Europa, dei salvataggi dell’euro e dell’immigrazione, nel fine settimana hanno scelto come leader un controverso deputato europeo, pronto a portare il populismo finlandese verso l’estrema destra nazionalista e islamofoba. Finché c’era Timo Soini, che al ministero degli Esteri si è dimostrato un bonaccione moderato, si poteva continuare. Ma con Jussi Halla-aho, condannato per incitamento all’odio razziale e etnico, “non ci sono le condizioni per continuare a cooperare”, ha tuittato Sipilä dopo un incontro con il ministro delle Finanze e leader della Coalizione nazionale, Petteri Orpo. Le elezioni anticipate non sono escluse, ma potrebbero essere evitate (per qualche mese) grazie al sostegno di due piccoli partiti. Se dovesse andare al voto, la Finlandia entrerebbe nel club dei paesi (Bulgaria, Olanda, Francia, Malta, Regno Unito, Germania, Austria e Repubblica ceca) impegnati in un reset politico nazionale. Il tratto comune a molti di loro è lo scoppio della bolla dei populisti che, fino a tre mesi fa, sembravano destinati a travolgere l’Europa. I Veri finlandesi non sono un’eccezione: alle elezioni locali di aprile hanno ottenuto meno della metà dei voti delle politiche di due anni fa. Se Sipilä e Orpo sceglieranno di formare un’altra coalizione, avranno comunque lasciato il populismo nazionalista ai margini della politica.

Di più su questi argomenti: