Macron “in marcia” verso una maggioranza schiacciante
Il trionfo di En Marche!, il partito del presidente, al primo turno delle elezioni legislative francesi. Il calo del Front national di Le Pen, il tracrollo del partito socialista francese e l'astensione record. E qualcuno parla già di Sesta repubblica
Un mese dopo il suo ingresso all'Eliseo, il presidente francese Emmanuel Macron si avvia ad aggiudicarsi una maggioranza senza precedenti nel Parlamento francese. Nel primo turno delle elezioni legislative il movimento presidenziale, La Republique en Marche, creato solo un anno fa, è nettamente in testa. Secondo i dati definitivi diffusi dal ministero dell’Interno, il partito del presidente è al 32,32 per cento, davanti ai gollisti dei Republicains, che resistono ma si fermano al 21,56 per cento. Mai nessun singolo partito ha avuto questa maggioranza nella storia della Quinta Repubblica (e qualcuno parla già della nascita della Sesta). Macron “in marcia” verso una maggioranza schiacciante, ha titolato il quotidiano Figaro all'indomani del voto, segnato però da un’astensione record, che ha raggiunto il 51,29 per cento, come non si vedeva da sessant'anni a questa parte.
Al secondo turno, secondo il Monde, En Marche conquisterà la quasi totalità dei 577 seggi dell'Assemblea Nazionale, ottenendone tra 415 e 455, quando per la maggioranza assoluta basta vincerne 289. Secondo un sondaggio Kantar Public-onepoint, Macron e i suoi alleati centristi si avviano a conquistare fra 400 e 440 seggi ai ballottaggi di domenica prossima.
In calo il partito di estrema destra del Front National di Marine Le Pen, che non va oltre il 13,20 per cento, ben al di sotto del 21,3 per cento che aveva ottenuto al primo turno delle presidenziali. Secondo i sondaggi, al ballottaggio potrebbe ottenere fra uno e quattro seggi.
Ma il vero sconfitto è il Partito socialista francese (Psf) che si attesta su un deludente 9,5 per cento e non può aspirare a più di 15-25 seggi, rispetto ai 292 della precedente legislatura quando era presidente Francois Hollande. Molte le bocciature eccellenti, tra cui il segretario del partito, Jean-Christophe Cambadelis e l'ex-candidato alle presidenziali Benoit Hamon, che aveva vinto le primarie affermando di voler instaurare in Francia il "reddito universale".
Poco entusiasmante anche la performance della sinistra radicale di Jean Luc Melenchon, che ottiene soltanto l'11 per cento e potrebbe arrivare a 13-23 seggi assieme al partito comunista suo alleato. Il leader di France Insoumise era stato la sorpresa del primo turno delle presidenziali con il 19,6 per cento.