Non solo effetto Macron, in Francia i partiti tradizionali rischiano anche la bancarotta
La sconfitta al voto di domenica, per socialisti e repubblicani, rischia di avere ripercussioni gravi anche per le loro finanze
Dopo la sconfitta politica alle elezioni di domenica, ora i partiti tradizionali francesi – i socialisti e i repubblicani – rischiano anche la bancarotta.
In Francia gran parte delle finanze dei partiti è assicurata dalle sovvenzioni pubbliche. Il sistema, regolato dalla legge dell'11 marzo 1988 relativa alla “trasparenza finanziaria della vita politica”, prevede due tipi di contributi. Il primo è calcolato in base al risultato ottenuto al primo turno delle elezioni legislative: a condizione che il partito abbia ottenuto almeno l'1 per cento in un minimo di 50 collegi, vengono distribuiti 1,42 euro l'anno per ogni voto espresso. Il secondo si calcola sulla base dei deputati eletti e rimasti iscritti al gruppo parlamentare: ciascuno vale 37.280 euro l'anno.
I repubblicani, il partito di centrodestra erede del movimento gollista, perdono quasi 3 milioni e mezzo di voti rispetto al 2012, quando pure erano stati sconfitti alle presidenziali. Dopo l'insuccesso di domenica, l'assegno annuale percepito dallo stato si è dimezzato ed è passato da 10 a 5 milioni di euro, cioè 25 in meno sull'intera legislatura. I repubblicani hanno ottenuto metà dei voti e poco più della metà dei deputati, il che comporta una perdita di quasi 3 milioni di euro l'anno, ovvero 15 milioni di euro per una legislatura.
La crisi del Partito socialista è ancora più grave. Domenica il partito ha ottenuto un decimo dei deputati conquistati nel 2012 da François Hollande: dai 295 deputati eletti, i socialisti sono passati, secondo le proiezioni, a un massimo di 30. Sono più di 250 parlamentari in meno, circa 9,2 milioni di euro che vengono a mancare alle casse del partito ogni anno, più di 46 milioni in una legislatura. Il partito socialista perde in termini assoluti 6 milioni di voti rispetto al 2012, l'equivalente di 8,4 milioni di euro l'anno.
Socialisti e repubblicani, hanno sempre finanziato delle strutture molto onerose, sostenibili grazie a dei risultati relativamente stabili alle elezioni legislative. Ora, dopo il disastro delle elezioni legislative, dovranno occuparsi anche di tenere in ordine i conti per continuare a sopravvivere. Secondo il settimanale Obs, il partito socialista potrebbe essere costretto a vendere la storica sede di Rue Solférino per fare fronte ai debiti.
Dalle piazze ai palazzi
Gli attacchi di Amsterdam trascinano i Paesi Bassi alla crisi di governo
Nella soffitta di Anne Frank