Il Canada e Trump
Come abituarsi a questa nuova America? Il metodo spietato di Trudeau
Abituarsi a Donald Trump è un mestiere che ha reso la vita impossibile a molti leader internazionali, perché è facile parlare male dell’America ma farne a meno no. C’è l’Europa che rialza la testa, c’è la Cina che si prende l’improbabile ruolo di guida globalizzatrice e poi c’è il Canada. Il New York Times ha pubblicato un articolo pieno di dettagli su come il vicino nordamericano con l’aria buona e cool di Justin Trudeau sia il più spietato di tutti in questa difficile arte dell’abitudine a Trump. Il piano del Canada è semplice: tagliare fuori il presidente. Si sono intensificati i rapporti diretti tra il governo canadese e le istituzioni locali, a livello statale e federale. Governatori, deputati, senatori, anche sindaci. Vale tutto. E pare funzionare, perché con l’aria docile e pacificata tipica dei canadesi, e resa irresistibile da Trudeau, beniamino globale che prova a curare la nostalgia per Obama, non ti aspetteresti mai, chessò, minacce. E anche quando ci sono, non te ne accorgi.
E’ andata così con alcuni prodotti su cui Trump aveva messo il “buy American” (va detto che su questa cosa del proprio interesse commerciale per primo anche Obama non scherzava per niente: chiedete a quegli europei che pure il Ttip lo vorrebbero molto): i canadesi soavi hanno minacciato quasi delle sanzioni, e così hanno ottenuto il loro risultato. Nessuno scontro diplomatico, nessun tweet da fine delle relazioni per sempre, nulla: aggirare Trump, così fanno i canadesi. Che ora tengono gli occhi fissi sul Nafta, l’accordo commerciale che sembra sempre in bilico, per evitare che cada senza che la Casa Bianca se ne accorga.