Sturgeon ci ripensa: l'indipendenza della Scozia per ora è congelata
La leader del Partito nazionale dice che, causa Brexit, non è il momento per un nuovo referendum. Tra i motivi c'è il risultato deludente ottenuto alle elezioni
Dopo avere perso 21 seggi alle ultime elezioni, la leader del Partito nazionale scozzese, Nicola Sturgeon, ha deciso che rivedrà il suo piano che prevedeva un secondo referendum per l'indipendenza. Sturgeon ha detto che ogni ipotesi in tal senso è congelata e che slitterà, con ogni probabilità all'autunno del 2018. Allora, nel migliore e meno probabile degli scenari, si concluderà anche la trattativa tra Londra e Bruxelles sulla Brexit. Nel frattempo Sturgeon ha assicurato che si batterà per ottenere le migliori condizioni possibili per la Scozia dopo la Brexit, mantenendola nel mercato unico.
Il leader del Partito nazionale scozzese ha ribadito che l'idea di un paese indipendente resta uno dei suoi obiettivi per il futuro ed è probabile che entro la fine del suo mandato, nel 2021, la questione torni effettivamente di attualità. Ma per ora, ha detto Sturgeon, è il momento di fermarsi. A convincerla, ha detto, sono stati gli incontri con "centinaia" di persone che le chiedevano una pausa, data l'incertezza legata alla Brexit.
Piuttosto, Sturgeon si è arresa ad almeno tre dati inequivocabili: il primo, quello dei sondaggi, che non danno alcuna maggioranza ampia in favore della separazione da Londra; il secondo, la richiesta esplicita di Theresa May di non richiedere un nuovo referendum che avrebbe rischiato di indebolire ulteriormente il Regno Unito; il terzo, il risultato insoddisfacente alle elezioni, dove la rivale conservatrice Ruth Davidson ha invece guadagnato 12 seggi proprio a scapito del Partito nazionale di Sturgeon.
L'editoriale dell'elefantino