Oltre 7 milioni di venezuelani al referendum anti-Maduro
L'opposizione festeggia per il successo della consultazione non ufficiale: “Il paese ha inviato un messaggio chiaro”. Un morto e tre feriti davanti ad un seggio dove alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco
Sono più di sette milioni gli elettori che ieri hanno preso parte al referendum non ufficiale organizzato dall'opposizione al presidente Nicolas Maduro in Venezuela (foto sotto). Un successo importante per una consultazione non riconosciuta dal governo, in un paese dove gli elettori sono in tutto 19,5 milioni. Le cifre sono state fornite dai rettori di università, garanti dell'organizzazione del voto, al termine dello spoglio del 95 per cento delle schede. Il Venezuela "ha inviato un messaggio chiaro all'esecutivo nazionale e al mondo", ha dichiarato la rettrice dell'Università centrale del Venezuela, Cecilia García Arocha. Ovviamente, come largamente previsto, almeno il 98 per cento degli elettori si è espresso contro la decisione del presidente Maduro di creare una nuova assemblea costituente con il potere di rottamare l'Assemblea nazionale e riscrivere la Costituzione.
Il plebiscito simbolico mirava proprio a intaccare ulteriormente la legittimità di Maduro, il presidente succeduto a Chavez, che dal 2013 è nel mirino delle proteste popolari. Secondo i suoi oppositori Maduro è responsabile della disastrata situazione economica del paese frutto della cattiva gestione del governo ma anche di un sistema che da molti viene considerato profondamente corrotto. Dallo scorso aprile sono oltre 100 le persone morte negli scontri tra manifestanti e filo-governativi.
"Oggi, 16 luglio ha vinto la dignità e la tirannia ha perso", ha dichiarato il leader dell'opposizione Maria Corina Machado. "Abbiamo un mandato indiscutibile per creare un nuovo Venezuela a partire da domani". L’esultanza per il successo referendario è stata però in parte stemperata dalla notizia della morte di una donna, Xiomara Soledad Scott, infermiera di 60 anni uccisa da uomini armati mentre era in coda per votare nella capitale. Altre tre persone sono state ferite gravemente. Il direttore del Comitato per le indagini scientifiche e penali (CICPC) si è incontrato sul luogo con un comitato speciale della Divisione omicidi per condurre le indagini.
En #Catia grupos armados disparan contra los manifestantes que participan en #ConsultaPopular16J pic.twitter.com/UjdHmNcvJj
— CaraotaDigital (@CaraotaDigital) 16 luglio 2017
Secondo quanto denunciato dal portavoce dell'opposizione, Carlos Ortiz, uomini in moto hanno aperto il fuoco davanti al seggio allestito nei pressi di una chiesa a Catia, nord ovest di Caracas. L'opposizione accusa la banda di paramilitari di essere al soldo del governo. Anche il giornalista Luis Olavarrieta è stato rapito, derubato e picchiato da quello che ha detto essere un gruppo di sostenitori del governo, ma è riuscito a fuggire.
E ora cresce l'attesa per il voto ufficiale indetto dal governo il 30 luglio per la nuova assemblea costituente. La vittoria referendaria di ieri pare aver rinvigorito l'opposizione, stremata dalle violente proteste di strada di questi mesi. Le schede verranno bruciate per evitare che il governo possa identificare chi ha votato in ogni caso, spiegano gli anti-Maduro, il voto è un atto di disobbedienza civile che sarà seguito dall’“ora zero”, riferimento a un possibile sciopero nazionale o a un'escalation con altre azioni contro il governo.