Perché si è dimesso Sean Spicer, il portavoce di Donald Trump
I dissidi dopo la nomina di Anthony Scaramucci e l'eterna lotta tra le due anime della presidenza Usa
Forse, prima o poi, sarebbe successo comunque. Non è semplice, e Sean Spicer lo sa bene, mediare tra Donald Trump e la stampa. Ma dietro le dimissioni del portavoce del presidente americano, che oggi ha lasciato il proprio incarico dopo sei mesi (al suo posto arriva Sarah Huckabee Sanders), ci sarebbe in realtà molto di più dello "stress" per il duro lavoro. Secondo il New York Times, che per primo ha dato la notizia, Spicer si sarebbe dimesso perché in aperto disaccordo con la decisione di Trump di nominare Anthony Scaramucci come capo dello staff della comunicazione della Casa Bianca (prende il posto di Mike Dubke che si era dimesso a maggio).
Un dissidio che però è il frutto dell'ennesimo scontro tra le due anime della presidenza Trump. Il sito Politico, citando una fonte della Casa Bianca, svela che le obiezioni di Spicer erano, in realtà, le stesse di Steve Bannon e il capo dello staff Reince Prebius. I due avrebbero manifestato il proprio dissenso a Trump spiegandogli che Scaramucci avrebbe ottenuto l'incarico solo passando sui "loro corpi morti". Ma il presidente lo ha comunque nominato. È l'ennesima vittoria della coppia Jared Kushner e Ivanka Trump (sponsor di Scaramucci), e c'è chi pensa che si tratti di un messaggio chiaro per Prebius che potrebbe essere presto costretto a trovarsi un altro lavoro.
Chi è Scaramucci. Anthony Scaramucci detto “The Mooch”, è uno degli uomini di Goldman Sachs "risucchiati da Trump. Probabilmente il più trumpiano. Anni fa il blog finanziario del New York Times Dealbook lo definì come “un P.T. Barnum con una cravatta di Ferragamo”. Consigliere del World Economic Forum, il ritrovo della finanza globale di Davos, ha fatto parte del transition team del presidente e in più occasioni si era trovato a dire che mai avrebbe lasciato il fondo d'investimento per andare alla Casa Bianca. Ma qualcosa è cambiato. Soprattutto dopo che il nome di “The Mooch” è finito nell'articolo in cui la Cnn parlava delle indagini del dipartimento del Tesoro e della commissione intelligence del Senato sui legami fra un fondo d’investimento russo e alcune persone legate a Trump.
Come è andata a finire è cosa nota. L’articolo, come è stato chiarito poi, era stato realizzato secondo standard giornalistici di molto inferiori a quelli fissati dal network. Tutte le informazioni arrivavano da una singola fonte anonima e nemmeno qualificata in modo preciso. La Cnn ha chiesto scusa a Scaramucci e tre giornalisti si sono dimessi. Un cosa che, agli occhi di Trump, deve essere sembrata una straordinari vittoria.