Il silenzio dei grillini sul Venezuela
Nuovi arresti tra gli oppositori. E il M5s non vede alcuna svolta autoritaria
Se qualcuno non avesse ancora capito, dopo anni di fame, repressione e inflazione, quale fosse la reale natura del regime socialista venezuelano e cosa si nascondesse dietro al plebiscito per convocare l’Assemblea costituente, ieri ha avuto un ulteriore indizio. Nella notte gli agenti del Sebin, gli agenti del servizio segreto bolivariano, hanno riportato in carcere due esponenti dell’opposizione democratica: Leopoldo López, leader del movimento Voluntad popular, e Antonio Ledezma, sindaco della capitale Caracas. López era appena uscito dal carcere militare di Ramo Verde, dopo due anni e mezzo di detenzione, per motivi di salute. E’ stato condannato a 13 anni e 9 mesi di prigione, alla fine di un processo-farsa ammesso dallo stesso magistrato dell’accusa poi fuggito all’estero, per aver guidato le proteste di piazza.
Ledezma invece era già stato arrestato ed è, da ormai due anni, in attesa di un processo mai iniziato in cui è accusato di tentativo di colpo di stato per un appello pubblicato sui giornali. In realtà il vero colpo di stato è quello dell’autocrate Nicolás Maduro, erede del caudillo Hugo Chávez, che ha distrutto l’economia del paese, smantellato le istituzioni democratiche, liquidato il Parlamento in mano all’opposizione e incarcerato i rivali politici. Eppure Chávez e Maduro sono stati e sono ancora oggi fonti di ispirazione dei principali leader della sinistra radicale europea: Jeremy Corbyn in Inghilterra, Jean-Luc Mélenchon in Francia, Pablo Iglesias in Spagna e Alexis Tsipras in Grecia. In Italia, con la sinistra liquefatta, la bandiera del regime chavista e del suo populismo autoritario sventola nelle mani del M5s. Ieri in Senato tutti hanno condannato la svolta autoritaria in Venezuela, i grillini sono rimasti zitti.