Suprematisti bianchi love Assad
La saldatura tra l’antisemitismo di Charlottesville e quello di Damasco
L’accolita nazista di Charlottesville, in America, ha sfoggiato in questi giorni i parafernalia e i simboli consueti dell’estrema destra: le torce come il Ku Klux Klan, le magliette con le frasi di Hitler, le bandiere della Confederazione schiavista, gli stendardi con la svastica, i saluti romani. Questa volta però hanno aggiunto al repertorio una nuova presenza in effige: il presidente siriano Bashar el Assad, che già da molti anni era nel pantheon dell’estrema destra e che però non era mai stato celebrato con questa trionfale evidenza. Dalle magliette che inneggiavano ai barili-bomba – che sono l’arma anti-civili per eccellenza e anche l’arma simbolo di come il governo siriano combatte la guerra – al ritratto di Bashar el Assad che campeggia sulla pagina Facebook del tizio che si è lanciato in auto contro il corteo di protesta degli antirazzisti (ritratto che porta sotto la scritta: “undefeated”, l’invitto), la fascinazione della destra antisemita per il partito Baath siriano va molto forte. Il culto dell’uomo autoritario, l’ossessione per il complotto ebraico, un generico compiacimento tipo “noi contro il mondo” sono i pilastri di questa passione reciproca. Del resto, uno dei nomignoli che la parte pro Assad ha affibbiato ai gruppi siriani anti Assad è “gli ebrei interni”, perché li considera gli agenti di una cospirazione israeliana. Anche la distruzione della città d’arte di Palmira è stata definita sulla tv siriana “un complotto ebraico”. In questi anni un po’ da tutto il mondo esponenti dell’estrema destra sono andati in processione a Damasco per incontrare Assad e per scattarsi selfie con i militari siriani. Alois Brunner, un comandante austriaco delle SS ricercato per crimini di guerra, morì nel 2001 nella capitale siriana dove godeva della protezione del governo. Insomma, la destra dei suprematisti bianchi vede in Assad un referente esotico per il settore mediorientale. Il che pone un interrogativo ai molti che riescono a simpatizzare allo stesso tempo per Israele e per Assad, in chiave anti Stato islamico. L’Isis è un’emergenza transitoria, prima o poi passerà, il blocco assadista che legge il Mein Kampf in arabo e beve tè con i fascisti europei ha radici profonde. Fare attenzione.