Una nave di salvataggio spagnola carica di migranti attracca al porto di Almeria (foto LaPresse)

La rotta tra Marocco e Spagna è sempre più battuta dai migranti

Redazione

Solo ieri 600 salvataggi. Tra le imbarcazioni usate anche dei pedalò. Per le Nazioni Unite, gli arrivi nel paese europeo sono triplicati rispetto al 2016

Nel Mediterraneo si intensificano gli sbarchi dei migranti che seguono la rotta che va dal Marocco alla Spagna. Solo ieri, la guardia costiera spagnola ha salvato 600 persone che, a bordo di imbarcazioni di fortuna – persino dei pedalò –,  attraversavano i 13 chilometri che separano l'Africa dall'Europa. Tra di loro c'erano anche 35 bambini e un neonato.

 

Secondo le ultime statistiche fornite dalle Organizzazione mondiale per l'immigrazione (Oim), quest'anno sono sbarcati in Spagna oltre 9mila migranti, un numero triplicato rispetto al 2016. Continuando con questi ritmi, spiegano le Nazioni Unite, il totale degli arrivi nel paese potrebbe superare anche quello relativo agli sbarchi in Grecia, notevolmente rallentato dopo l'accordo tra l'Ue e la Turchia. La distanza estremamente ridotta che separa le due sponde dello Stretto di Gibilterra permette ai migranti di usare imbarcazioni vecchie, spesso senza motore con un sistema messo in piedi da trafficanti di uomini del tutto simile a quello che interessa la rotta che separa la Libia dall'Italia. Queste reti criminali, ha scritto la Bbc, contattano direttamente le autorità spagnole nel momento in cui i barconi entrano in acque internazionali, per farsi raggiungere e portare in salvo il carico di uomini. Una tecnica comunque rischiosa, che dall'inizio di quest'anno ha portato alla morte di 120 persone, affondate per le precarie condizioni delle imbarcazioni usate.

 

 

I numeri degli arrivi sulle coste della Spagna meridionale non includono gli sconfinamenti nelle enclavi di Ceuta e Melilla, gli unici due confini terrestri che separano l'Europa dall'Africa. I dati dicono comunque che la situazione nello Stretto di Gibilterra non è paragonabile – per numeri di sbarchi, di partenze e di morti – a quella al largo del Mar libico. In Italia, però, le organizzazioni internazionali e italiane confermano che nelle ultime settimane, nonostante il mare calmo, gli sbarchi sulle nostre coste sono diminuiti nettamente (meno 57 per cento rispetto a giugno). Un risultato degli accordi presi tra l'Italia e il governo libico, che si è impegnato ad aumentare gli sforzi per il pattugliamento delle sue coste. Ma d'altra parte, l'apertura delle nuove rotte nel Mediterraneo, come nel caso spagnolo, conferma le tesi sollevate dal governo italiano in questi anni a Bruxelles: il problema degli sbarchi non è di un paese solo e richiede una risposta organica di tutti i 27 stati Ue.

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