Turista ti odio. Anche Dubrovnik chiude le porte
La città croata, famosa anche per essere stata il set della serie tv Game of Thrones, sta pensando di introdurre il numero chiuso per bloccare l'afflusso eccessivo di visitatori
Essere turista nell'estate del 2017 è diventato “lavoro” difficile. Da Barcellona a Venezia, passando per l'isola scozzese di Skye sono in tanti a non poterne più delle “invasioni barbariche”. Al punto che ormai c'è chi parla apertamente di “turismofobia”. Che la colpa sia della poca educazione degli invasori o della poca pazienza degli ospitanti è questione quasi filosofica. In un Paese che vive di turismo si può veramente rinunciare ai turisti? Non sarà colpa anche del nostro lassismo se chi visita certe città si sente libero di fare ciò che vuole dove vuole? E così ci si interroga, si cercando soluzioni, si introducono multe e numeri chiusi.
L'ultimo caso è quello della cittadina croata di Dubrovnik. Una delle mete preferite da chi visita la Croazia (dal 1979 iscritta nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco) nonché punto di approdo delle crociere che viaggiano nell'Adriatico. La città negli ultimi tempi ha accresciuto la propria fama anche per essere diventata set della serie televisiva Game of Thrones. Si calcola che il successo televisivo abbia fatto aumentare del 10 per cento il flusso di turisti. Ebbene il sindaco di Dubrovnik, Mato Franković, eletto lo scorso giugno, sta pensando di ridurre a 4.000 il numero delle persone che, giornalmente, potranno accedere alle mura. In realtà già l'Unesco aveva suggerito, per poter difendere il patrimonio architettonico della città, di fissare il “tetto” a 8.000 persone. Ma ora Franković vuole ulteriormente limitare gli accessi.
“Non sono qui per far felici le persone - ha spiegato parlando al Telegraph - sono qui per garantire, all'interno della città, una migliore qualità della vita. Molte compagnie che gestiscono navi da crociera non sono d'accordo con quanto dico, ma l'obiettivo che voglio raggiungere è garantire qualità per i turisti. E questo non può essere fatto mantenendo la situazione così come è. So che perderemo dei soldi nei prossimi due anni, ma in futuro ne guadagneremo di più”.