Bannon il nero
Il consigliere più temuto di Trump si dimette, ma non è la sua fine
Steve Bannon è un uomo intelligente e a inizio mandato lo aveva detto: “Durerò otto mesi”. E infatti ieri la Casa Bianca ha annunciato che era il suo ultimo giorno da consigliere di Trump, anche se in realtà aveva già presentato le dimissioni il 7 agosto e poi l’annuncio era stato procrastinato, dopo i fatti di Charlottesville. L’Amministrazione ha perso per strada molti pezzi, ma questo è quello che fa più rumore: Bannon era il consigliere che guidava la fazione più temuta tra quelle che si fanno la lotta dentro la Casa Bianca, vale a dire la fazione oscura che si oppone a quella dei normalizzatori, formata dagli ex generali Mattis, McMaster e Kelly che tentano di dare al mandato di Trump la parvenza della continuità con i governi precedenti, quelli normali. Bannon era così influente presso Trump che gli sketch comici del “Saturday Night” lo dipingevano come il vero presidente, che si sedeva alla scrivania nello Studio ovale e mandava a giocare il presidente in un angolo. Era considerato il delegato della “alt-right” dentro la Casa Bianca, ma è più corretto dire che lui questa “alt-right” aggiornata e internettiana l’aveva creata, pompandola sul suo sito Breitbart. Ora il suo allontanamento suona come una vittoria per l’arcinemico McMaster, ma c’è chi teme che invece sarà sempre ascoltato da Trump, e ora sarà ancora più libero rispetto a prima.