Driss Oukabir, Mohamed Aallaa, Salah El Karib, Mohamed Houli Chemlal (montaggio da foto LaPresse)

Cosa unisce la cellula jihadista di Barcellona agli attentati in Francia e Belgio

Redazione

I quattro arrestati per gli attentati in Catalogna sono davanti ai giudici a Madrid. Uno degli arrestati conferma che il gruppo islamista progettava un attacco su più vasta scala

Sono arrivati in tribunale a Madrid, davanti ai giudici dell'Audiencia nacional, i quattro arrestati per gli attacchi terroristici a Barcellona e Cambrils. Si tratta di Salah El Karib, Mohamed Aallaa, Driss Oukabir – che la sera di giovedì scorso, quando era stato indicato come l'autista del furgone noleggiato che si era schiantato sulla Rambla, si era presentato alla polizia sostenendo che gli fossero stati sottratti i documenti – e Mohamed Houli Chemlal, rimasto ferito nell'esplosione della villetta di Alcanar, dove sono state rinvenute 120 bombole di gas che avrebbero dovute essere utilizzate per un attentato di ben più ampie proporzioni. Mohamed Houli Chemlal ha detto a un giudice che la cellula stava progettando attacchi su scala molto più ampia. Il 21 enne ha confermato che il gruppo progettava attacchi bomba prima che l'esplosione dell'appartamento ad Alcanar uccidesse due dei terroristi.

 

  

Come racconta sul Corriere Gianni Santucci, uno degli arrestati, il 34enne Salh el Karib, gestiva un phone center a Ripoll. Da lì, coperti dalla confusione e dal via vai, la cellula di terroristi navigava nei forum del Califfato. E qualcuno, "da quel phone center, è entrato in contatto con almeno un personaggio di alto profilo nelle gerarchie dell’Isis", spiega Santucci. "Così a cinque giorni dalla strage della Rambla, con l’ultimo componente del commando caduto, la polizia spagnola aggancia i fili diretti che portano alla 'casa madre' del terrorismo globale". Uno dei coordinatori sarebbe il siriano Ahmad Alkhald che, come anticipato ieri dalla Stampa, ha addestrato ai primi di luglio alcuni membri della cellula catalana nell’uso dell’esplosivo.

 

Il phone center sarebbe stato anche un altro deposito di esplosivi della cellula: gli investigatori ci hanno trovato polvere di alluminio e detonatori, che indicano come il piano originale fosse quello di fare detonare diversi mezzi di trasporto (il gruppo affittò almeno tre furgoni) carichi di Ied, ordigni esplosivi improvvisati, per realizzare un attacco dalla portata catastrofica. "La scoperta di questa seconda base a Ripoll", spiega ancora il Corriere, "indica una fortissima analogia con il gruppo (sempre marocchino) responsabile dell’attentato ai treni di Madrid dell’11 marzo 2004": anche quella cellula aveva eletto un phone center a proprio quartier generale.

   

  

E dalla Francia arrivano nuove informazioni: il ministro dell'Interno Gerard Collomb, in un’intervista rilasciata a Rmc e Bfm, ha dichiarato che alcuni componenti della cellula, meno di una settimana prima di colpire in Spagna, fecero un viaggio "estremamente rapido" a Parigi, le cui motivazioni sono ancora oscure e oggetto di indagine. "Fu un viaggio molto veloce di andata e ritorno”, ha spiegato il ministro che conferma che l’auto è stata identificata per eccesso di velocità. “L'auto (l'Audi A3 utilizzata a Cambrils, ndr) è stata fotografata nella regione parigina, a Essonne, il 12 agosto scorso. Non conoscevamo questi individui”, ha detto Collomb: le autorità francesi non erano dunque a conoscenza dell'esistenza della cellula. Secondo fonti citate dal quotidiano francese Parisien, i terroristi che viaggiavano sull'auto avrebbero trascorso una notte in un hotel nella regione della capitale l’11 agosto.

 

Secondo quanto riferisce il quotidiano spagnolo El Mundo Abdelbaki Essati, l'imam di Ripoll ormai considerato la mente degli attacchi di Barcellona e di Cambrils, aveva ricevuto un ordine di espulsione dalla Spagna nel 2014, ma non ha mai lasciato il Paese. Il cittadino marocchino era stato condannato a quattro anni di prigione per crimini legati al traffico di droga, in parte trascorsi nel carcere di Castellon. Il 29 aprile del 2014 era stato liberato con un ordine di espulsione, ma i suoi legali hanno presentato un ricorso prima presso la “Delegacion del gobierno”, invocando la tutela dei diritti internazionali per il loro assistito. A settembre la richiesta era stata respinta e gli avvocati si erano rivolti alla giustizia amministrativa dove il giudice che si occupa del caso aveva concesso a Essati di rimanere legalmente nel paese. Per rafforzare lo status di residente legale in Spagna, gli avvocati di Essati il 29 novembre del 2014 fanno richiesta d'asilo. El Mundo non ha avuto accesso al fascicolo e non conosce l'esito della domanda, ma secondo gli esperti si tratta di una pratica comune in casi come quello dell’imam di Ripoll, anche solo per legittimare la presenza di uno straniero nel paese.

 

Essati ha trascorso alcuni mesi in Belgio, formalmente per cercare lavoro. Ma quando gli viene chiesto il certificato penale, non si fa più vedere. E anche le date sembrano evidenziare una coincidenza: Essati potrebbe essere stato in Belgio proprio durante la preparazione e la realizzazione degli attentati di Bruxelles del 22 marzo 2016. Circa cinque chilometri separano il terminal dell'aeroporto di Bruxelles-Zaventem, colpito l'anno scorso dai jihadisti, e la moschea di Diegem, il piccolo paese belga scelto dall’imam di Ripoll per cercare un posto di lavoro. E altrettanti chilometri separano Diegem da Vilvoorde, alle porte di Bruxelles e conosciuta per essere uno dei punti focali dell’estremismo islamico in Belgio, come il quartiere di Molenbeek.

 

Ci sono poi le trasferte in Marocco. La cittadina di Mrirt potrebbe essere uno dei luoghi dove sono stati pianificati gli attacchi in Catalogna. La mappa si completa, per ora, con i viaggi a Zurigo di Youssef Aalla, morto nell’esplosione della villetta di Alcanar, e di Mohamed Hychami, morto a Cambrils.

 

Intanto in Marocco la polizia e i servizi di intelligence locali hanno arrestato una persona e stanno indagando su altre tre legate agli attacchi a Barcellona e Cambrils. Nourine Oukabir, cugino dei fratelli Moussa e Driss, è stato arrestato per apologia del terrorismo. Nonostante vivesse in Marocco, era residente a Ripoll. Secondo quanto trapelato, Nourine incontrò la cellula in un bar nella cittadina spagnola per diverse ore. Secondo il quotidiano catalano La Vanguardia, che cita fonti investigative sull'attività della cellula terroristica a Ripoll, le persone su cui si indaga sarebbero i genitori di uno dei terroristi.

 

Il funzionario del ministero della Giustizia, Carles Mundó, ha confermato l’indagine su probabili complici nella fuga di Younes Abouyaaquob, l'autore della strage sulla Rambla ucciso ieri dalla polizia a Subirats, a una cinquantina di chilometri da Barcellona. Ci sarebbe infatti un buco di diverse ore dalla corsa omicida sui turisti alla sua morte e sia la presenza sul corpo di una falsa cintura esplosiva sia il cambio di abbigliamento del terrorista fanno ipotizzare un possibile contatto con dei complici. Anche se le squadre speciali della polizia catalana, i Mossos, non escludono altre ipotesi, è possibile che Abouyaaqoub abbia camminato per tre giorni, da solo, muovendosi di notte e nascondendosi di giorno. La Vanguardia spiega che il 22enne marocchino non aveva con sé borse o zaini, né telefono né soldi. Aveva 3 armi bianche, due coltelli e un temperino, due delle quali avvolte in una busta di plastica. L'unico oggetto che ha conservato dal giorno dell'attentato erano i grandi occhiali da sole, una copia di un modello di Ray-Ban, che gli coprivano quasi la metà del volto.

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